"Scusate potete controllare i bambini?" Serata in pizzeria finita in rissa

BolognaNidi















Cronaca bambina Pareva un tranquillo sabato sera in pizzeria tra famiglia e amici. Una comitiva di nove persone con due bambine di 2 e 3 anni, un po' di caos, divertimento. Un momento di relax concluso però tra ospedale e carabinieri. Perché? Il gestore del locale, il ristorante pizzeria Rosa Peonia di Treviso, si è avvicinato al tavolo dei commensali chiedendo: "Scusate, alcuni clienti si lamentano perché i vostri bambini disturbano, potreste controllarli?" 

L'osservazione, niente affatto piaciuta alla comitiva di amici, si è trasformata in rissa fermata dall'intervento delle forze dell'ordine e la medicazione al pronto soccorso del cameriere, con cinque giorni di prognosi. La madre delle bambine alla domanda, pare abbia risposto versando del vino in faccia alla proprietaria del locale. E quel gesto eccessivo ha acceso gli animi di tutti. "Ti brucio il locale" si è sentito tra urla, spintoni e botte. La madre ha narrato, sulle pagine de La Repubblica, la sua versione dei fatti, asserendo che il bicchiere di vino in realtà, nella confusione del momento, le sia scivolato dalle mani provocando il terribile equivoco. Quel che è certo è che dopo la serata, conclusa tra ospedale e carabinieri, i clienti sia siano sfogati anche online, postando commenti molto negativi sulla pagina fb del ristorante. La questione finirà in tribunale e sarà un giudice a dover stabilire colpe e sanzioni. Del resto non è la prima volta che capitano episodi di questo tipo e i ristoranti senza bambini, così come i voli aerei senza pargoli,  si stanno moltiplicando, per riservare agli adulti momenti tranquilli e possibilmente silenziosi. I bambini, come i cani, sono tollerati in certi ambiti e con moderazione, mentre i genitori incapaci di gestire i figli si moltiplicano tra il disappunto generale. Chi ne farà le spese? Come sempre saranno i bambini a subire, crescendo isolati, in ambienti esclusivi e protetti, senza confronti o dialogo con una comunità per niente interessata all'educazione.