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Cronaca
Bambina Tre sezioni della scuola dell'infanzia
torneranno ad essere pubbliche e si apriranno nuovi posti nido.
In un panorama di esternalizzazioni e/o privatizzazioni costanti, la
notizia è controcorrente, ci arriva da Imola dove, una
delibera della giunta pentastellata, annulla quanto fatto
dalla precedente amministrazione del Partito Democratico e reinternalizza i servizi. E’ bene precisare che la
manovra del M5S è oggi possibile anche grazie al lavoro precedentemente
svolto dal governo PD che ha disposto il “terreno” a questo
cambiamento.
In che tempi si reinternalizza?
Gli
uffici competenti disporranno nuovi accordi quadro, ( in scadenza a fine anno) per la gestione di singole sezioni di scuola
dell’infanzia. Il proposito è di riassorbita in modo
progressivo la gestione diretta a partire dal 2021. Circa una sezione ad ogni inizio di anno scolastico. Questo per non
causare disagio ai bimbi iscritti e alle loro famiglie con
un’eccessiva discontinuità operativa del servizio attualmente
reso. Un’attenzione molto rara che la politica dimostra ai servizi educativi. Saranno realizzati piani
occupazionali annuali che tengano conto dell’indirizzo.
"Il Comune di Imola mette a disposizione una quota di offerta del servizio di scuola dell'infanzia pari a circa il 30% del totale dei posti messi a disposizione delle famiglie imolesi. In secondo luogo l'amministrazione comunale ritiene che tale livello quantitativo di offerta debba essere mantenuto, sia per ragioni di razionalità organizzativa, che, soprattutto, per permettere all'Ente Locale di continuare a svolgere un ruolo di indirizzo e qualificazione per l'intero sistema misto dei servizi prescolastici operanti nel territorio comunale".
E i nidi?
Si vuole portare la quota a gestione diretta del sistema integrato pubblico-privato ad almeno il 60% dei posti anche attraverso la riapertura di sezioni di nidi comunali, attualmente non utilizzate, e il conseguente ridimensionamento del ricorso al convenzionamento con i gestori dei nidi privati convenzionati
Perché questa scelta?
Attualmente il comune gestisce direttamente circa il 53% dei servizi, una percentuale che si è ridotta negli ultimi anni, visto che era del 60% nel 2015 e del 66% nel 2009. Per riequilibrare il sistema integrato pubblico-privato, si è scelto di avere una maggiore presenze di servizi a gestione diretta “al fine di mantenere fortemente in capo all’ente pubblico il ruolo di riferimento per tutto il sistema locale dei servizi dedicati alla prima infanzia”.
Il lavoro del vecchio governo
Per dovere di cronaca è bene puntualizzare che la reinternalizzazione e l'ampliamento dell'offerta è possibile grazie a due provvedimenti del precedente governo. Imola infatti oggi ha soldi da investire nel sistema grazie ai finanziamenti previsti dal PD per i servizi Zero-Sei a livello nazionale. Alla regione ER sono stati destinati quest’anno svariati MLN di euro. La seconda è la modifica che il Ministro Madia fece rispetto ai vincoli d’assunzione per la Pubblica Amministrazione. Quando indicò chiaramente e senza più incertezze che le assunzioni di educatrici erano fuori dai vincoli di spesa dei comuni. Un cambiamento non da poco.
Ma come cambia il sistema misto pubblico-privato?
Si dispone conferma della validità di un albo dei nidi d’infanzia e piccoli gruppi educativi che stabilisce idonei criteri per la selezione e valutazione di quelli con cui convenzionarsi. E anche qui è bene ribadire che i criteri di valutazione sono definiti anche dalla Regione. Ad ogni modo, gli uffici comunali competenti realizzeranno un rinnovo nei tempi previsti quindi entro il 2019
Claudia Resta assessore alla Scuola sottolinea:
“Siamo molto soddisfatti di avere raggiunto questo risultato perché il M5S si è sempre battuto per la scuola pubblica e adesso che siamo alla guida dell’Amministrazione della città vogliamo aumentare i servizi della prima infanzia gestiti direttamente dal Comune”
La soddisfazione dei sindacati
I sindacati hanno lavorato con l’amministrazione per cambiare e modificare le percentuali dell’offerta tra privato e pubblico. E hanno ribadito la necessità di effettuare il monitoraggio costante delle richieste di iscrizione di questi mesi per valutare la possibilità di anticiparne la riapertura a partire da gennaio 2019, di procedere all'ampliamento delle sezioni comunali già esistenti da 12 a 18 bambini e di “usare” i fondi ministeriali per il servizi educativi 0-6 (stanziati dal Partito Democratico) per destinarli alla riduzione delle rette dei nidi.