Save the Children: solo 1 bambino su 4 potrà frequentare un asilo nido











Cronaca Bambina Aprono nidi e Save the Children puntuale rilancia la notizia: "solo un bambino su quattro potrà frequentare un asilo". E questo nonostante le nascite al minimo storico. nonostante gli investimenti e tanti proclami fatti durante la campagna elettorale.  Solo un 1 bimbo su quattro potrà frequentare un servizio educativo dedicato alla prima infanzia sia pubblico, che in convenzione, che privato un risultato alquanto scarso.

Regioni e nidi 

A parte alcune eccezioni come Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Toscana e Umbria, che hanno registrato i tassi di copertura più alti anche superiori all’obiettivo europeo del 33%, tutto il resto del paese arranca. E' bene precisare che anche i migliori risultati non sono in fondo buoni risultati. L'Europa ci chiedeva di offrire ai bambini compresi tra 0 e 2 anni almeno il 33% dell'offerta. All'estero questo almeno, si traduce con un minimo di offerta del  33%, mentre dove i servizi sono più diffusi, raggiungono punte anche oltre il 50% cosa che in Italia non succede mai. Ma continuiamo con i dati del paese, nel centro-nord ha percentuali di copertura appena superiori al 20%, al mezzogiorno circa 12 bambini su 100 riusciranno ad accedere agli asili nido o ai sevizi alternativi. La situazione più critica, lo sappiamo bene, si registra in Campania dove nemmeno 1 bambino su cento ha la possibilità di accesso (6,8%).

L’importanza dei nidi

Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia Europa di Save the Children commenta “Frequentare un asilo nido di qualità è un elemento chiave per il corretto sviluppo del bambino, sia dal punto di vista della salute che su quello educativo. Questo vale ancor di più per i bambini delle famiglie più svantaggiate, dove la frequenza al nido – è dimostrato – abbatte fortemente il rischio di non raggiungere, a quindici anni, le competenze minime in matematica e in lettura e allo stesso modo riduce il tasso di dispersione scolastica”. E continua “Allo stesso tempo, l’asilo nido è un indispensabile strumento di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro ed è grave che le Regioni con il più basso tasso di occupazione femminile siano anche quelle dove gli asili nido di fatto non sono disponibili”.

Una situazione complessa

Fino a qualche anno fa a settembre si registravano lunghe liste di attesa per l’accesso ai nidi ovunque nel paese. Oggi in molti casi le liste sono scomparse e pur tuttavia questo non significa che il numero dei bambini che usufruiscono del servizio sia cresciuto. I motivi sono molti, primo tra i quali, i costi elevati delle rette di frequentazione.
 
Save the chieldren denuncia
 
Per contrastare efficacemente la povertà minorile, in un Paese dove sono in povertà assoluta più di un milione e 200mila minori, è fondamentale partire dai più piccoli, investendo in modo continuativo sulla rete dei servizi per la prima infanzia. A questo scopo è innanzitutto urgente impiegare efficacemente le risorse (209 milioni) stanziate dalla L. 107/2015 (cd. Buona Scuola) e assegnate alle Regioni con il Piano di azione per l’attuazione del sistema integrato. I Fondi, erogati direttamente ai Comuni dal Miur, devono assicurare il progressivo sviluppo stabile della rete, a costi accessibili per tutte le famiglie. Ad oggi, nonostante le dichiarazioni di intenti, nei fatti siamo purtroppo lontani dall’obiettivo di garantire che l’accesso all’asilo nido o ad altri servizi educativi per la prima infanzia sia un diritto soggettivo, equiparabile agli altri gradi di istruzione in Italia.

Il lavoro di Save the children

Save the Children è attivamente impegnata, in Italia, nella cura dei bambini 0-3 con gli Spazi mamme, presenti in zone di periferia delle grandi aree urbane e in realtà come San Luca, nella Locride, e Casal di Principe nel casertano. Nell’ambito del programma di contrasto alla povertà educativa Con i bambini è inoltre impegnata con l’associazione Pianoterra e altre organizzazioni territoriali, in una sperimentazione, avviata a Milano, Roma, Napoli e Bari, di centri per la prima infanzia come veri hub eucativi a disposizione delle famiglie e delle comunità locali.