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Parola a... Qualche giorno fa è
venuta a mancare l’educatrice di un asilo nido napoletano. La donna
di soli 53 anni è stata stroncata da un infarto. (leggi qui) Un
lutto improvviso è sconvolgente e mina la serenità del servizio educativo. Come affrontare la delicata e
complessa situazione? L’ho chiesto alla dottoressa
Alice Moncelli.
Come affrontare
una situazione tanto drammatica con i bambini?
Spiegare a bambini
tanto piccoli il concetto di morte è molto complesso. Il bambino fino ai tre
anni non è in grado di capirlo. Non ha ancora
sviluppato il senso del tempo, del prima, e del dopo.
E quindi?
Quindi fa molta
fatica, fino ai tre anni, capire lo scorrere del tempo: ieri, oggi e tra dici anni... E' ancora più complesso spiegare che non la vedrà mai più una
persona. Quello che possiamo fare è stare in ascolto e osservare.
Osservare cosa e
come?
Osservare i loro
comportamenti. I bambini possono esprimere disagio, solitudine,
frustrazione in diversi modi: piangendo, con comportamenti inusuali,
con la mancanza d’appetito...
Non con domande?
Certo può capitare
che il bimbo verbalizzi e chieda. Sopratutto se l’educatrice che è
venuta a mancare era con lui/lei da un periodo di due o tre anni.
Se la domanda
arriva cosa possiamo rispondere?
Al di là di
possibili risposte a sfondo cattolico del tipo "la maestra è in cielo" credo sia più utile dire che
l’educatrice è partita per un lungo viaggio.
E poi?
E poi è molto importante occuparsi delle colleghe. L’ambiente sarà
certo carico di dolore e sofferenza e un lutto genere molto stress.
Molte educatrici
hanno commentato la notizia sui social sottolineando quanto questo lavoro sia
stressante…
Certo il lavoro
dell’educatore, come quello della maestra, è un lavoro molto
stressante. Non è un caso che sia stato riconosciuto come usurante.
I carichi di lavoro sono spesso eccessivi, mentre la figura loro
professionale è spesso svalutata.I genitori colgono
l’importanza dell’educatore solo quando la lasciano per andare
all’infanzia.
Come intervenire sul personale al meglio?
La figura del
coordinamento pedagogico, o del pedagogista, diventa una figura strategica. L’educatore potrebbe reagire con la depressione, anche ... bour out. C’è
bisogno di moltissima attenzione a loro benessere.
Al benessere del
lavoratore per i bambini?
Si, il benessere o
il malessere dell’adulto si riversa interamente sui bambini. Troppo spesso il
lavoratore annulla la propria identità nelle routine.
Annulla la
propria identità nella routine: cosa significa?
In un contesto educativo ci sono azioni che si ripetono e che
accompagnano il vivere quotidiano dei bambini. Sono routine molto
utili, anzi necessarie, ma quando diventano troppo rigide, il
lavoratore si annulla, in esse. A volte in situazioni estreme come questa è necessario rompere gli
schemi.
Ci sarebbe
bisogno anche del sostegno di uno psicologo?
Si. L’ascolto dovrebbe
essere costante, profondo e professionale per essere davvero un buon sostegno. Sarebbe opportuno avere un
maggior supporto di personale almeno in un primo momento.
La dottoressa Moncelli ha una sua pagina fb che potete legge qui