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Cronaca
Bambina. Al
via la
petizione contro l’aumento delle rette e contro
l’esternalizzazione
degli asili nido a Imperia. Basta
un click per sostenere le famiglie che si stanno muovendo.
La petizione "L’asilo nido comunale è un
servizio economico ed indispensabile per le famiglie Imperiesi che
lavorano. La scelta della privatizzazione del servizio viene
giustificata con i problemi finanziari del Comune che deve seguire le
linee guida della Corte dei Conti sui servizi a domanda individuale
dopo aver dichiarato lo stato di pre-dissesto finanziario ed
approvato un piano di rientro decennale dal deficit
dichiarato. Peccato che il Testo Unico degli Enti Locali e le
linee guida della Corte dei Conti non impongano alcuna scelta di
privatizzazione dei servizi e prevedano peraltro per il servizio
degli asili nido un intervento meno severo rispetto ad altri. Lo fa
scaricando sulle famiglie già nel 2019 un insostenibile aumento
delle rette dell’asilo nido (che costringerà i più bisognosi a
rinunciare a portarci i figli), per risanare sulla loro pelle un
pezzo del deficit comunale. Come se questo fosse l’unico modo per
risanare il bilancio. Lo fa svilendo il lavoro e la professionalità
dei dipendenti comunali, che garantivano con dedizione e capacità un
servizio apprezzato dai cittadini imperiesi, che verranno destinati
ad altre mansioni”.
Rette in aumento La mamma Giorgia Gossi è
la prima firmataria della petizione. In una video intervista
(vedi qui) spiega in modo molto semplice come cambieranno le spese per le
famiglie e come cambierà la via al nido per i bambini. “faccio
il mio esempio. Attualmente pago 80 euro con vaucher da settembre pagherò
350 Euro che con il bonus della regione scenderà a 250. Sono troppi
soldi”! La Gossi continua “L’assessore Volpe ci ha
garantito qualora il vaucher regionale non fossero più disponibile,
sarà il comune a mantenere questi costi più contenuti. Non si
capisce bene, si parla di debito e poi parlano di mettere dei soldi”.
L'esternalizzazione Ma non si tratta solo di un aumento delle retta. Cambierà
anche la gestione dei servizi. Dalla gestione diretta si passerà alla concessione di tutti gli
nidi i un solo anno. I conti della giunta sano presto detti: il costo mese/bambino scenderà dagli attuali
1.277 a 680 euro. Un costo dovuto anche ad un minore impiego di personale.
Infatti sulle pagine del quotidiano il
secolo XIX si legge “L’eventuale
esternalizzazione per mantenere gli attuali 88 posti è stato
indicato il numero di 12 educatrici mentre oggi ce ne sono
22. Sulla questione si aprirà un tavolo con i sindacati ma il passaggio
non sarà certo indolore.
E i bambini? Le parole della Gossi raccontano una realtà che
abbiamo visto tante volte: “affidare a privati significa anche
salutare tutte le nostre educatrici, peccato, i nostri bimbi si erano molto
affezionati. Mio figlio ci ha messo due mesi per l’inserimento e
oggi non vede l’ora di andare al nido per abbracciare le sue
maestre. Mi spaventa molto pensare di dover ricominciare tutto”.
Puoi firmare la petizione da qui
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