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Parola
a...
Oggi
incontro Loredana
Bondi, già
dirigente dei servizi educativi di Ferrara, da sempre impegnata sui
temi della difesa dei diritti dei bambini e delle donne. La incontro
per farmi raccontare nel dettaglio il ddl Pillon. Dalla Bondi mi
faccio spiegare la normativa attuale e come cambierebbe in caso fosse
approvata rispetto alla tutela dei bambini.
Ddl Pillon perchè è importante parlarne?
Credo che sia un dovere etico morale, oltre che
politico. E’ importante denunciare, andare contro.
Perché andare contro?
Per gli effetti che siamo già sicuri comporterà,
se malauguratamente venisse approvato. Questa cosiddetta riforma del
diritto di famiglia e dell’affidamento dei minori in caso di
separazione dei coniugi presenta una visione distorta dei diritti dei
bambini, dei figli e delle donne nei casi di separazione familiare.
I punti più critici?
Sono diversi: il principio cardine su cui si fonda
il ddl è la mediazione civile
obbligatoria (e a pagamento dopo il primo incontro) per
le questioni in cui siano coinvolti i figli minorenni,
la "bigenitorialità
perfetta" ossia tempi paritetici per entrambi i
genitori con i figli; la sindrome da alienazione
parentale; il mantenimento
diretto senza automatismi.
Non va bene l’intervento del mediatore
familiare?
L’obbligatorietà è davvero avvilente ma forse
lo dobbiamo al fatto che lo stesso senatore è un mediatore
familiare. Un evidente palese conflitto che viene indicato fin
dai primi articoli di questo disegno di legge!
Cosa cambia rispetto all’attuale normativa?
La proposta di Pillon e altri prevede diversi
cambiamenti. In primo luogo c'è l'addio all'assegno di mantenimento,
dato nella maggioranza dei casi alle mamme, a cui il padre passa ogni
mese una cifra stabilita per i figli.
Mentre per la cura dei bambini?
Mamma e papà dovrebbero provvedere ognuno
a metà delle spese. Viene tolto l'assegno perché i
figli avrebbero due case e due domicili e,
a meno di accordi diversi presi dai genitori, ogni bambino o bambina
dovrà passare lo stesso tempo con i genitori, che non dovrà esser
inferiore ai 12 giorni al mese.
Il medesimo tempo di cura per…?
Secondo il testo, questo dovrebbe garantire un
giusto equilibrio nei rapporti con entrambe le figure
genitoriali, senza tenere in debito conto però del problema dei
bambini in sempre in trasloco, da una casa all'altra.
Un problema di tutela per i minori?
Sono tante le preoccupazioni sulla tutela
dei bambini, ma l'allarme riguarda anche le donne,
soprattutto quelle in condizioni di difficoltà e vittime di
violenza. Con l’eliminazione dell’assegno di mantenimento, se si
dispone il doppio domicilio dei minori e si danno per scontate le
pari disponibilità economiche anche da parte delle donne, molto
spesso impossibili da garantire , ci saranno situazioni davvero
problematiche. Si sa che il nostro paese ha elevatissimi tassi di
disoccupazione femminile e presenta ancora un gap salariale che
continua ad espellere dal mercato del lavoro le madri, ne penalizza
la carriera e garantisce sempre meno servizi in grado di conciliare
le scelte genitoriali con quelle professionali, mentre scarica i
crescenti tagli al welfare sulle donne schiacciate dai diversi
compiti di cura.
La legge propone gli stessi doveri rispetto a
soggetti che effettivamente non hanno a livello sociale pari diritti
soprattutto a livello di autonomia economica?
Esattamente. Proponendo un’equiparazione di
contribuzione economica tra i genitori in caso di separazione , non
viene assolutamente menzionato il fatto che possano esservi
condizioni che dipendono anche dalla effettiva autonomia lavorativa
dei coniugi e nella fattispecie della donna e ciò è drammatico. Ciò
non dovrebbe valere se la separazione viene richiesta per comprovati
atti di violenza commessi dal coniuge nei suoi confronti e/o nei
confronti dei figli, ma per provare questi aspetti sappiamo purtroppo
che il percorso è lungo, infatti, per le denunce di violenza occorre
arrivare ai tre gradi di giudizio per avere sentenze definitive e nel
frattempo valgono le disposizioni …
Tre
gradi di giudizio significa tanto tempo. Quali altre difficoltà si
riscontrano?
Le
donne in tribunale incontrano difficoltà enormi nel denunciare le
violenze subite, non sono credute, devono affrontare una pesante
percorso di analisi da parte di un
sistema giuridico e sociale che ancora tende a spostare la
responsabilità degli atti violenti sulla vittima del reato,
piuttosto che sull’autore. Molti giuristi poi ci dicono che la
presenza di violenza rende sconsigliabile: la mediazione familiare,
l’affidamento congiunto, che
l’inefficacia di percorsi prescrittivi ampiamente previsti nella
proposta di legge in questione. Ebbene mi chiedo che ne
sarà della vita di quei bambini che si troveranno in condizione di
separazione familiare, già in condizione affettivo- relazionale
critica, chi pensa a loro? Penso che il
ddl Pillon sia un anacronistico esempio di incapacità di legiferare,
che non tiene conto dei diritti di tutti, soprattutto dell'infanzia,
di
quei figli che vengono contesi e trattati come fossero automi da
manovrare verso un genitore o l'altro, senza tener conto della loro
sensibilità , delle loro scelte , incidendo sulla loro vita con
interventi che segneranno per sempre il rapporto e le relazioni socio
affettive con gli altri.
L’obiettivo principale del ddl è mantenere
il potere agli uomini?
Ma non vorrei
parlare solo in questi termini, perché non si deve generalizzare,
anche se, senza dubbio, l’obiettivo
primo da parte delle associazioni dei padri sostenuti anche
dall’Avv.to Pillon è chiaramente quello di non far prevalere il
bene dei figli, ma di ripristinare l’autorità paterna,
individuando il ruolo delle donne come fornitrici di prole ,
dipendenti da un mondo che ha Dio Patria e Famiglia come unico e
inderogabile feticcio da perseguire. I padri rivendicano la
“proprietà” dei figli messi contro di loro dalle
madri…praticamente come merce di scambio…senza minimamente
pensare al loro diritto di pensare, riflettere e scegliere sul piano
affettivo o anche solo al dolore di dover scegliere.
Rispetto alla famiglia?
La famiglia per
diritto naturale secondo loro non può sciogliersi, anche se i
bambini vivono in un contesto in cui padre e madre litigano
continuamente o agiscono abusi e violenze di ogni tipo. Se si
rifiutano di andare col genitore violento o abusante vengono comunque
costretti a stare anche con questo…che in genere è il padre. E se
i figli che si oppongono possano essere allontanati dalla madre e
venga invocata “l’alienazione parentale” e addirittura
finiscano per essere affidati altrove . La
bigenitorialità è un valore importante, ma l'interesse delle
bambine e dei bambini è un principio protetto dalla Costituzione che
non può passare in secondo piano. Quando una riforma di questa
rilevanza sociale raccoglie critiche allarmate da giuristi e
pedagogisti, di area laica e cattolica, è importante fare di tutto
per fermarla.
C’è una controproposta di legge che
risponde?
Negli
ultimi anni le questioni relative all’affidamento dei minori nei
casi di separazione dei genitori sono state riformate in modo
significativo, soprattutto con la legge
8 febbraio 2006, n. 54.
Prima del 2006, nonostante fosse comunque previsto l’affidamento
congiunto o alternato, il tribunale aveva il compito di stabilire a
quale genitore i figli dovessero essere affidati in via esclusiva.
Con la legge 54 è stato invece messo a regime il principio
dell’affido condiviso in caso di separazione, salvo i casi in cui
questo potesse essere dannoso per i/le minori. I dati ISTAT mostrano
che la legge ha funzionato e che nelle separazioni e nei divorzi
l’affidamento condiviso ha ora percentuali decisamente prevalenti,
anche se molto si potrebbe fare ancora.
E
infine?
E’ giusto ricordare che anche la Corte di
Cassazione , con una recente decisione, ha specificato che quando i
genitori si lasciano, i figli hanno il diritto di godere dell’apporto
di entrambi, precisando che il diritto del minore alla
bigenitorialità però non è …il diritto dei genitori a
spartirselo a metà secondo i propri capricci o logiche tipiche di
molte situazioni di coppia …perché i bambini non sono proprietà
dei genitori che se li possono dividere a fette come le torte! Il
problema è quindi molto più complesso di quanto l’Avv.to Pillon e
i suoi amici vogliano farci credere ed è più che mai opportuno che
ve ne sia una diffusa consapevolezza.