Chiude il primo nido universitario d'Italia

BolognaNidi











Cronaca Bambina L’università è certo prestigiosa e rinomata: si tratta dello IUAV. Nel cuore di Venezia si chiude il nido che “serve solo alla cittàcosì asserisce il cda dell’università, e al suo posto si aprono spazi destinati agli studenti: mensa e sala studio. I genitori scrivono una lettera di protesta che riportiamo parzialmente.

 
La notizia: il nido chiude Si chiude il nido destinato ai figli di studenti, ricercatori, professori, dipendenti ma anche alle famiglie veneziane. Oggi Nido d’Ape accoglieva 12 bimbi e attendeva i nuovi inserimenti di primavera ma… Ma l’affidamento del servizio, in scadenza al 31 luglio, non sarà rinnovato e il nido chiuderà.
Il rettore annuncia la notizia Il rettore Alberto Ferlenga durante una riunione con il comitato di gestione, indetta con urgenza alcuni giorni fa lo annuncia ad attoniti genitori.
Ma perché il nido chiude? Secondo quando riportano diversi quotidiani locali (leggi qui la voce di Venezia) si intrecciano diverse motivazioni che potremmo riassumere il tre punti fondamentali. Primo punto: lo staff che oggi lavora in Università è “vecchio” e quindi il nido servirebbe “solo alla cittadinanza”. Secondo punto: l’acqua alta ha rovinato i locali adibiti ad accogliere il nido (ma l’acqua alta è una novità a Venezia?) Infine la gestione del servizio costerebbe troppo per le sole casse dell’università. Dopo la chiusura saranno avviati dei lavori di ristrutturazione e adeguamento dei locali in mensa, aule studio e sale riunioni.
La storia del nido Il nido ha aperto oltre dieci anni fa (nel 2008) ed è stato il primo nido aziendale realizzato dell’università italiana. E’ un nido che ha operato con grande qualità e con orari e calendari flessibili, così scrivono gli utenti che lo frequentano.
I genitori scrivono una lettera aperta agli studenti la riportiamo a piccoli stralci, tentando di restituire l’umore dei genitori che scrivono con amarezza. Il “Nido d’Ape chiude perché è
Un lusso che ‘non ci possiamo più permettere’, ci ha spiegato il rettore. I bambini ‘interni’ sono pochi, il Comune di Venezia non vedeva più ragioni per una convenzione, la Regione ha interrotto il sostegno economico e Ca’ Foscari, apparentemente interessata, non l’ha nemmeno aperta”.
Un nido nel cuore “E’ stato un asilo nido modello. Molte famiglie hanno fatto sacrifici per poter mandare i propri piccoli in questa struttura, pagando rette fino a 580 euro al mese. Tra i suoi pregi, l’accoglienza dei bambini dalle 7.30 alle 17.30. E, a richiesta, anche il sabato mattina. Nessuno sciopero. Chiusura solo in agosto. Un servizio unico a Venezia, che mancherà...
“Chiedete venga lasciato almeno lo scivolo: tornare bambini per un po’ gioverà alla vostra creatività di urbanisti, architetti e designer”.
I genitori degli ultimi bambini del Nido d’Ape IUAV