Torino inaugura la guerra di scuole: comunali contro statali

BoNidi


Cronaca Bambina 
Meglio la scuola materna del comunale o quella statale?" Questa è una delle domande che più spesso ricorre tra i genitori che devono iscrivere i propri pargoli alla scuola d'infanzia. A Torino forse la domanda non dovrà più preoccupare i genitori perché è l'amministrazione che ha scelto cosa fare. Di fronte al calo delle nascite (e ai tanti pensionamenti del personale comunale) la scelta è facile: si chiudono le comunali!



La protesta dei genitori
Scendono in piazza armati di cartelloni, striscioni e seguiti dai bambini. Come succede spesso in queste occasioni, sono quasi tutte donne: tra mamme e maestre. Si può vedere un video di TorinoOggi in cui si susseguono al microfono le voci di insegnanti, rappresentanti sindacali e mamme. Tutte convinte che non si possa scegliere di chiudere senza fare altra valutazione che non sia dettata dalla posizione e dal gestore della scuola. 

La delibera che favorisce le scuole statali 

La delibera a firma dell'assessore Antonietta Di Martino affronta un problema che non è certo in essere da poco tempo, con un criterio quanto meno rigido. Cosa dice la delibera e in particolare il criterio? Che ogni scuola che apre nella vicinanze di 1 Km presenta una scuola statale, con un calo d'iscrizione, dovrà essere "tagliata". Il risultato per quest'anno è: Meno 15 sezioni su 14 scuole.  

Torino come Roma?
A Roma la giunta Raggi di fronte al calo delle iscrizioni nei nidi ha favorito i nidi pubblici mettendo in seria difficoltà i nidi gestiti dei privati (spesso donne) che fino a qualche tempo prima erano considerati a tutti gli effetti comunali (avendo  graduatorie, standar qualitativi e rette comuni). Ora a Torino si ripete un po' lo stesso meccanismo: di fronte al calo dei bambini si favoriscono le scuole statali e si vanno a  tagliare le scuole comunali. 
Un ritorno positivo c'è e bisogna sottolinearlo si farà sentire sul bilancio del comune. 
Torino così inaugura una nuova stagione: non più pubblico contro privato ma pubblico contro pubblico. Una guerra che non ricorda la storia (gloriosa) delle scuole d'infanzia comunali torinesi, che non valuta minimamente la qualità del servizio, che  non prende in nessuno considerazione le preferenze dei cittadini che vivono questi servizi.

Le dichiarazioni dell'assessore Di Martino

E le dichiarazioni dell'assessore Di Martino che chiudono l'articolo di TorinoOggi   (che potete leggere qui) non lasciano spazio a possibili fraintendimenti e non lasciano presagire ripensamenti, almeno al momento. 
"La delibera non è una novità, è il terzo anni che la città di Torino prende decisioni in questo senso. Le linee di indirizzo sono state approvate dal consiglio senza alcun voto contrario. Già ora, in continuità con gli anni precedenti, si è dovuto proseguire nelle razionalizzazione dell'offerta della scuola d'infanzia".  
Un'ultima nota. Di recente è stata dimessa l'ex assessore Federica Patti dal suo incarico per non aver gestito bene alcuni dei tanti problemi spinosi che riguardano le scuole di Torino. Hanno chiamato al suo posto la Di Martino, esperta in materia, senza capire che la strategia politica più corretta da seguire in una situazione a dir poco complessa e difficile sarebbe ascoltare i cittadini e il personale per meglio comprendere le soluzioni percorribili. Una politica difficilissima ma varrebbe la pena almeno tentare di seguire questa strada.