Nidi e scuole d'infanzia: perché tanto malcontento tra i lavoratori?

 





Parola a...
Oggi incontro Micol Tuzi rsu CGIL a Bologna per capire più da vicino il malcontento che si respira tra i lavoratori e le lavoratrici di nidi e scuole d'infanzia. Come ci renderemo conto man, mano che l'intervista procede, la questione non riguarda solo Bologna. E' lo sfondo legislativo nazionale in cui ci muoviamo che risulta difficile e lacunoso, sempre, e ancor di più oggi di fronte alla pandemia.  

Come si presenta la situazione a Bologna?

Ci sono molte situazioni che andrebbero riviste e migliorate, su due punti particolari però non possiamo aspettare.  

Quali?

Una riguarda la scuola d'infanzia, l'altra i collaboratori. 

Partiamo dalla scuola

La scuola d'infanzia per poter garantire l'orario pieno, per poter far lavorare le maestre in compresenza, per poter assicurare che tutte le procedure previste nel protocollo di sicurezza vengano seguite, ha dovuto potenziare gli organici, ma con personale di cooperativa.

Cosa c'è di sbagliato ad avere più personale?

Il potenziamento è un bene, ma con questa modalità, di fatto si esternalizza un pezzo di scuola pubblica. Si segmenta l'orario perché, non potendo assumere personale che svolge lo stesso lavoro nel medesimo luogo di lavoro, con contratti diversi e datori di lavoro diversi, le frange orarie di apertura e chiusura saranno distinte in una sorta di pre e post scuola. 

Quindi il problema è una questione di contratti?

Non solo: il lavoratore del privato chiamato ad aprire e chiudere avrà, si e no, in busta paga 300 euro. E' difficile trovare personale disponibile ad un orario tanto frammentato pagato così poco. Ci hanno detto che dove si potrà si potenzierà l'orario degli educatori che già svolgono il sostegno ai bimbi disabili della scuola, ma non tutte le classi hanno un bimbo disabile. Verosimilmente un lavoratore preferisce rimanere a casa con i 600 euro previsti dallo Stato. E in più la faccenda potrebbe generare situazioni ben più complesse da controllare. 

Ad esempio?

Lavoro in nero, faccio la babysitter, senza dover seguire troppe regole guadagnando di più e faticando di meno... In caso ci saranno distanze, mascherine, controlli...   

Perché il comune non assume personale direttamente? Una questione di soldi?  

Non so quanto la spesa sarebbe più ingente, piuttosto non so se avremmo abbastanza personale formato da arruolare... Ho fatto conti a spanne ci vorrebbero più di 400 nuove assunzioni solo di insegnanti. Il problema centrale è che abbiamo ancora un blocco di assunzioni che riguarda i comuni e, anche quelli con economie in ordine, come il nostro non possono assumere in maniera diretta tutto il personale di cui avrebbero bisogno, nemmeno a tempo determinato. 

Quindi anche volendo assumere personale pubblico il comune non potrebbe?

Esatto e questo per una norma nazionale che, nonostante tanti tentativi, non è ancora stata modificata. 

Riassumendo non si possono assumere maestre con il privato per regolamenti e non si può nemmeno assumere con contratto pubblico per normative?

Siamo in questa situazione che non deve e non può essere cambiata a livello locale, ma nazionale. Non si può andare avanti così, sopratutto in emergenza.

Che problema riguarda i collaboratori?

Ai collaboratori, che possono muoversi da una bolla all'altra, il carico di lavoro è aumentato e si decurta lo stipendio, nella misura in cui viene accorciato il loro arco orario di turnazione e quindi perdono l'indennità di turno. Per questa seconda faccenda confido che in qualche modo recuperemo il salario, per l'aumento del carico di lavoro invece rimane un problema reale e non va affatto bene.

Per i nidi?

Chi ha il lavoro maggiormente aumentato, comunque, sono i collaboratori dei nidi, poiché al nido fanno tutto loro: dalla cucina, alle pulizie, alla sorveglianza/triage, al supporto educativo alle sezioni...

Il comune non assume nuovi collaboratori? 

No, al momento non ci sono queste disposizioni.

Riapriranno i nidi e le scuole nei tempi indicati?

Si, su questo non c'è dubbio. Credo sia chiaro a tutti quanto siano importanti per tutti. Sono anche convinta, nonostante le tante regole, nonostante mascherine, dpi, e restrizioni  che riusciremo ad offrire un buon servizio. Siamo professioniste, le scuole hanno sempre riaperto, anche in tempo di guerra, sono certa che ce la faremo! Detto questo i problemi che incontriamo oggi nell'emergenza sono i problemi che abbiamo da troppo tempo e vanno risolti, non possiamo più avere impedimenti normativi nazionali:bisogna attuare la legge 65/2017, che ancora oggi è lettera morta. Quando occorre il personale va assunto, non possiamo continuare a mettere pezze qua e là. Ci vogliono anche più concorsi, fortunatamente noi a Bologna non abbiamo questo problema, ma nel resto d'Italia le insegnanti over 55 anni  sono la maggior parte: per questo andrebbe rivista anche l'età pensionabile non si può pensare che tutti i lavori siano uguali e si possa applicare la regola del numero d'età per tutti uguale.  

I genitori sono dalla vostra parte?

Purtroppo quelli che sto incontrando molto spesso chiedono principalmente un servizio che garantisca il tempo scuola che avevamo l'anno scorso e vogliono capire cosa fare in caso di malattia.  Per il resto non vi è molta consapevolezza di quanto in Italia sta accadendo allo ZeroSei. Probabilmente a loro volta sono stressati dal lavoro e dagli orari del lavoro. Anche per loro ci vorrebbero più diritti e tutele, ma questa è un'altra storia.


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