Siena: ama le scuole (e i nidi) comunali

 



In viaggio tra nidi e scuole 
Oggi sono a Siena dove incontrerò diversi testimoni e con loro continueremo il nostro tour (virtuale) in giro per l'Italia tra nidi e scuole d'infanzia.
Qui il sistema ZeroSei vive una realtà molto diversa da quella che abbiamo incontrato  a Venezia
C'è molta più serenità, se di serenità possiamo parlare in questi tempi, e la sicurezza è ben garantita, se di sicurezza possiamo parlare. 
Eppure nonostante ciò a Siena  si consuma un conflitto. Allora mettiamoci in ascolto e partiamo in questo breve viaggio.

La voce della educatrice 
 
In primis incontro l'educatrice Roberta Nepi. a cui chiedo: Com'è gestita la sicurezza a Siena?  
"E' stata gestita bene e in modo efficiente. Siamo riusciti a seguire le linee guida dei protocolli. Noi lavoratori siamo stati forniti sempre di tutti i dispositivi necessari comprese le mascherine ffp2. In generale da parte dei genitori abbiamo avuto una buona risposta: hanno firmato il patto di responsabilità e non ci sono stati particolari problemi. In tutte le strutture siamo riusciti a dividere e a scaglionare gli ingressi. E' stato assunto personale in più e in buona sostanza quello che doveva essere fatto è stato fatto". 
Per cui niente di straordinario da segnalare?
"Ci sono stati problemi rispetto al reperimento dei supplenti e ad un certo punto e ci siamo viste allungare i turni. Ma in tempi straordinari, anche noi, abbiamo cercato di reperire forze straordinarie. Siamo arrivate tutte abbastanza provate alla chiusura che ci è molto dispiaciuta  (intervista è stata svolta il 3 marzo) " 
E i bambini? Chiedo a Roberta Come stanno affrontando questa situazione i bambini?
"Quest'anno abbiamo impostato moltissime attività all'aperto, pranzo e merenda compresi e a parte qualche giorno, siamo riusciti a star fuori. I bambini hanno dimostrato un'incredibile capacità di adattamento. 
Inizialmente noi ci preoccupavano per le mascherine: si sarebbero spaventati a vederci con metà volto coperto? E invece era più una paura nostra che una difficoltà loro....  
Per i più piccoli diciamo che questa è la normalità e quando torneremo alla vita pre Covid ci sarà da lavorare, da osservare e  procedere per gradi, perché se è vero che i bambini sono adattabili, è vero noi non dobbiamo sottovalutare niente."
E per voi professioniste dell'educazione com'è andata?
Per noi adulti è stato complesso riadattare il nostro modo di lavorare. La solitudine della bolla si è fatta sentire, ma in generale direi c'è stata una bella reazione. 
A questo punto saluto e ringrazio Roberta e mi accingo ad incontrare una rappresentante dei sindacati.  
 


Maria Luisa Ghidoli responsabile della fp Cgil
 
La Ghidoli mi spiega "Questa giunta, guidata dal sindaco Luigi De Mossi, si è insediata nel 2018 e fin da subito ha annunciato la volontà di esternalizzare la gestione di un nido e di affidare una o due scuole alla gestione Statale. Il progetto dopo grandi resistenze è stato abbandonato, ma oggi, ritorna come una certezza".
Si esternalizza per problemi economici?
"No, il comune ha un bilancio solido e non ha alcun limite di assunzioni, in due anni ha acquisito un centinaio circa di nuove unità. Il bilancio è sano e prospero con alcuni MLN in più dovuti all'abbattimento di mutui... E' una  scelta politica". Lascio la Ghidoli e incontro un politico.

Perché esternalizzare un servizio pubblico che funziona bene. Qualche interesse economico?

Lo chiedo al consigliere all'opposizione Bruno Valentini già sindaco di Siena. 
"Più che ad interessi economici, penso che alla base ci sia un motivo ideologico. Anni fa in città alcuni esponenti di Forza Nuova e altri avevano montato una protesta ideologica contro il lavoro del personale educativo. Personale che è anche molto sindacalizzato e di conseguenza meno controllabile". 
Valentini fa riferimento ad un evento davvero bizzarro che risale al 2017 quando, fuori da un centro estivo, dopo che i bambini avevano giocato con schiuma senza vestiti erano apparsi cartelli con la scritta 
"La chiamano educazione ma è solo perversione". 
(La perversione, se qualcuno se lo chiedesse, sarebbe quella di giocare a luglio in mutandine o costume). Ad ogni modo saluto anche Valentini e mi accingo ad incontrare l'ultima voce di questa tuou quella un genitore: Emilia Buttelli. (intervista raccolta del 6 marzo)  

Genitori in protesta per il pubblico  

"Il fatto è che servizio pubblico ha garantito serenità anche durante questo difficile anno- mi racconta la Buttelli che fa parte di un comitato genitori che si stanno muovendo a difesa del servizio pubblico. "Il fatto che con questa esternalizzazione i bambini cambieranno tutte le educatrici, senza un minimo di continuità. A settembre troveranno altre educatrici e così si spezza una qualità che da moltissimi anni era garantita dall'esperienza del personale che posso confermare è di altissimo livello". 
State organizzando delle forme di protesta? 

"Purtroppo la situazione attuale non ci consente di trovarci in presenza e di rifare manifestazioni di piazza. Abbiamo continuato on-line con "Mettiamoci la faccia". Abbiamo raccolto foto dei contrari #InfanziaBeneInComune che sono stati prima pubblicati sulla pagina fb Si Amo Le scuole comunali e poi sono diventati veri manifesti affissi per la città. 
 

 
Siete stati ascoltati dall'amministrazione?
Assolutamente respinti! Non c'è stata alcuna discussione il sindaco e l'assessore competente non ci hanno mai accolti e non hanno accolto nemmeno le interrogazioni dei consiglieri d'opposizione. Lascio anche Emilia e mi accingo alle
 
Conclusioni
La storia che ho raccolto a Siena l'ho già incontrata in diversi tempi e in città diverse con modalità diverse. 
Forse la particolarità di questa vicenda è che la giunta, dopo aver calato dall'alto e la scelta, non sembra minimamente preoccupata di trovare una "scusa" plausibile. 
Come in molti altri contesti i nidi e le scuole sono definiti come "Fiore all'occhiello del sistema" ma lo sono solo fino a quando non si sceglie di sostituirlo con un altro fiore, che magari offre molta qualità pedagogica, ma cancella in un colpo solo una storia, una tradizione, un modo di lavorare che bambino dopo bambino ha cresciuto tanti in città. 
Quel che succederà a breve, se nulla cambia,  sarà un ritorno al nido per i bambini senza più riferimenti affettivi, dopo un anno già durissimo. 
 
In effetti è ancor più strano scrivere questa vicenda oggi quando la pandemia ci ha dimostrato, in diversi modi, quanto siano importanti i servizi pubblici. 
Ma con le posizioni partigiane non si discute. 
 
Laura Branca 

 
Per partecipare al tour scrivici info@bolognanidi.it