Pensieri e Parole
Scorrendo le poche notizie sui nidi che appaiono qua e là, per lo più nelle pagine dei quotidiani locali, non trovo grandi novità.
I sindacati "denunciano" che i nidi non bastano, i genitori lamentano le continue chiusure dettate dall'emergenza, qua e là, si legge che chiudono servizi (pubblici) e aprono nuovi nidi (privati in convenzione). Forse, la novità più evidente di questa settimana appena trascorsa sono le rette annullate. Succede anche a Bologna e succede proprio in virtù delle continue chiusure.
Un bello sforzo non c'è che dire.
Un minimo di giustizia in questa situazione pandemica, che però non sembra essere apprezzata dai genitori e in particolare dalle mamme.
Loro avrebbero preferito un nido aperto piuttosto che una retta annullata che ha significato "salti mortali" tra lavoro, figli, salute ...
Perché nonostante tutto, ancora oggi, se il nido non c'è, se la scuola chiude, sono le mamme a doversi prendere cura...
E se invece di continuare a sottolineare questo sgradevole aspetto della nostra società indubbiamente maschilista, imparassimo a dare più importanza e valore al lavoro di cura?
Un lavoro ben inteso che non dovrebbe necessariamente finire sulle spalle delle donne, ma che dovrebbe essere sempre riconosciuto economicamente anche quando è svolto in casa...
La pandemia ci ha dimostrato che abbiamo bisogno di cura, abbiamo bisogno di nidi aperti e accoglienti, abbiamo bisogno di scuole capaci e premurose e abbiamo bisogno di tempo per occuparci dei nostri figli e dei nostri cari.
Ma sono in assoluta minoranza, visto che anche i lavori di cura, o dove la cura è preponderante, quei lavori un tempo ideali per conciliare lavoro-famiglia, il lavoro dell'educazione, dell'istruzione... stanno perdendo sempre più diritti e si stanno conformando al mondo del lavoro-lavoro.
E' strano continuare e scrivere le stesse cose, ma evidentemente c'è bisogno di scrivere anche le ovvietà e continuare a ripeterle.
Laura Branca