Per la festa della mamma: voglio diritti!

 



Pensieri e Parole
Essere madre oggi in Italia non è un diritto, come dovrebbe essere, e non è nemmeno un dovere, come lo era per le nostre nonne. Oggi scegliere di diventare madre significa fare un sacrificio oppure, ben che vada, correre un grande rischio.
 
Se guardiamo ai dati sull'occupazione femminile ci accorgiamo che il rischio di perdere il lavoro, per chi ne ha uno, è davvero alto. 
Più figli si mettono al mondo, maggiori possibilità ci sono di perdere il lavoro. Dopo il terzo figlio diventa quasi automatico non avere più un lavoro fuori casa retribuito. (qui dati Istat)

Se invece guardiamo i dati relativi alla povertà, ci accorgiamo che generare un figlio è uno dei maggiori fattore di rischio. Più le famiglie sono numerose, più i figli piccoli, maggiori sono le probabilità di scivolare verso le  povertà, assolute o relative che siano. (qui dati Istat)

Tutti gli anni poi, da molto anni a questa parte, i dati sulle natività ci svelano come questi due rischi, quello di perdere il lavoro, quello di diventare poveri, siano rischi evitati con una certa cura. (dati Save the children)

I vari sostegni, bonus, messi a punto, governo dopo governo, per sostenere il lavoro della donne, per aumentare il congedo parentale (anche per i papà) per dare bonus alle famiglie sembra servano a poco per convincere le donne a generare figli. 
 
Qualcuno potrebbe obbiettare che si sceglie di non generare figli per altri motivi, motivi molto più complessi e poco rintracciabili, certo è vero ma le statistiche ci dimostrano anche che molte donne vorrebbero generare figli, anche più di uno, poi però non lo fanno... Questa distanza tra desiderio e realtà ha un nome: fertility gap, ed è un fenomeno in crescita.

Ma forse non tutti i mali vengono per nuocere. In fondo il mondo è sovrappopolato e forse non fare figli è una scelta razionale. 
Peccato però che non aumentino, ad esempio, le adozioni. 
 
(Sarebbe utile e razionale spostare i bambini da una parte del mondo, quello povero, dove i bambini abbondano, all'altra parte, quello ricco dove i bambini sono pochi e gli anziani sono sempre più numerosi.) 
 
E mentre si discute se fare, o non fare, un figlio/a significhi essere, o non essere egoista, egocentrica, cattiva, civetta, immatura, spaventata... riversando tutta la questione sulla spalle delle donne, ci sarebbe anche da valutare e contemplare nuove politiche sociali di reale sostegno. 
 
Perché ancora oggi si discute se una brava madre sia davvero brava anche quando lavora fuori casa e magari si assenta per lunghi periodi per  trasferta...(E' incredibile ma la discussione può andare avanti anche per settimane!)
In fondo ancora oggi sono in molti e in molte a "venderci" il prototipo della donna emancipata come quella indipendente, sicura di sé e SOLA... 
Mentre molti altri ci vendano il modello della donna-mamma come un modello di DONNA BUONA, giusta e con candeggina in mano pronta all'uso... 
Forse è ora di ribellarci a due modelli, tanto distanti dalla realtà da riportarci i tempi del Vangelo dove le donne  protagoniste erano:  Maddalena e la Madonna. 
Ecco per la festa della mamma lascio questo scritto nel web sperando che possa aprire qualche riflessione sui falsi modelli che ci vendono e la reale complessità di gestire politicamente la maternità. 
        
 
Laura Branca