Partecipare per crescere... Penso a quali parole scegliere, che possano non solo essere significanti ma rappresentative della nostra resistenza e desiderio di cambiamento. La parola è sacra, politica, può ferire e scolpire pesantemente o volare leggera e profonda sopra le cose.
Ci sono parole che tracciano rotte possibili, solidali, inclusive, gentili altre che raschiano, offendono, urlano, umiliano e uccidono.
Ci sono parole che elevano e altre destinate a far strisciare nel fango la dignità. Quante inutili parole vuote e
distanti dal cuore, feroci e pesanti come macigni sentiamo ogni giorno. Nutrimenti tossici, divisivi, transitano indisturbati nei luoghi di potere e della pace apparente. Ci stiamo abituando ad un linguaggio di parole spesso irresponsabili, violente o assenti.
Parole come coltelli
Ascolto
le parole non scelte, vomitate senza controllo, trafiggono come
coltelli appuntiti. Lasciano tracce indelebili di dolore mentre
aprono varchi insormontabili di incomunicabilità, distanza,
diffidenza, crudeltà.
Sogno un vocabolario di sobrietà e
gentilezza, dove la rabbia abbia il suo posto per esprimersi in una
dialettica di rispetto e ascolto autentico.
Troppa la
sofferenza subita e agita per mano " armata" della
prepotenza. Mille le sue facce subdole di espressione e invadenza.
Le parole, scarse e inutili rimaste in questo piatto amaro ci
narrano la pochezza umana e gelida di questi tempi.
Un
nuovo linguaggio
Possiamo solo sperare e lavorare
per ricostruire un nuovo linguaggio coerente e gentile, che faccia e
sia ciò che pensa.
Confido nella creazione di pensieri giusti,
generosi, accoglienti, inclusivi, non giudicanti.
Che non
rinneghino le differenze, anzi che le facciano esprimere e
fiorire.
Sogno parole e azioni che aprano le porte delle scuole,
parole che non stabiliscano una meritocrazia secondo un criterio
classista, ma al contrario contemplino i talenti e le intelligenze
multiple. La scuola non può diventare una scalata al successo e al
denaro, semmai dovrebbe essere un laboratorio permanente di ricerca,
esplorazione, creatività ed entusiasmo da accendere per tutti,
nessuno escluso. Immagino parole trasformate in suoni e musica nei
vicoli, parole vive da leggere nei parchi e danze improvvisate nei
quartieri.
Parole di libertà per i bambin* che possano giocare
felici e sicuri nei cortili. Parole di coraggio e fiducia per le
donne sole che vogliono passeggiare nella notte senza paura. Parole
accoglienti per chi ha bisogno di un rifugio caldo e familiare. Una
parola per tutt* e per ciascuno , a testimonianza di una città a
misura di bambin*, anziani, persone fragili e di un NOI da costruire
senza soffocare l'unicità di ogni persona. Parole che contemplino
spazio all'altro diverso da me, parole di connessione, circolari,
senza inizio e senza fine, senza un sopra e sotto, semmai un semplice
" a fianco."
Dall'indifferenza alla presenza
Quando qualcuno si perderà nel labirinto dell'indifferenza, sogno e auspico che possa essere aiutato, visto, tenuto
in mente. Che ci siano solo parole leali e coraggiose perché ognuno
di noi può finire in quel labirinto di solitudine e non trovare una
mano pronta a rimetterlo in piedi. Potremo a volte anche sbagliare le
parole, ma consapevolmente correremo ai ripari, chiedendo scusa.
Parole che prevedano la gratitudine e il riconoscimento di chi ha
donato senza chiedere nulla in cambio. Penso a parole che non si
trasformino in esercizio di potere e annichilimento. Se non vogliamo
l'inferno assicurato in terra non c'è altra scelta: “quella
di realizzare attraverso un ordito di parole scelte, preziose e
pensate, una coniugazione tra il pensare,dire e fare, un nuovo
umanesimo". Adesso. Ora e per sempre!
Anna
Maria Mossi Giordano