Anche il cambio del pannolino è una questione politica!

 

Disegno educatrice con bambino al nido

 

Cronaca bambina 

DRINNN! Suona il campanello del nido Le libellule. 

L'educatrice è una giovane di venticinque anni fresca, fresca di laurea ed è sola al nido. 

Sono le 13,20 di un giovedì piuttosto impegnativo e i venti bambini che accudisce sono a nanna. Tutti tranne Matteo che questa mattina era più irrequieto del solito, del resto è da capire, gli è appena arrivato un nuovo fratellino e Matteo sta facendo la conoscenza con uno dei demoni più inquietanti: la gelosia! 

Il piccolo Matteo di due anni si è addormentato stanchissimo e si è risvegliato dopo poco tutto sudato. 

Maria, la nostra educatrice, gli sta cambiando il pannolino e ha deciso di rivestirlo perché è inutile tentare di farlo riaddormentare è troppo agitato. 

Ma proprio mentre Matteo è sul fasciatoio e l'educatrice sta dedicandosi a lui con tenerezza e calma, DRINNN, suonano alla porta. 

Che fare? 

Maria è sola perché in struttura, come sempre più spesso capita, la sua collega è malata e non è stata sostituita, la collaboratrice che aiuta durante i pasti è già andata via e non può rispondere alla porta. 

Mentre il campanello suona, con una certa insistenza, Matteo è senza pannolino ed è ancora sporco e  nel frattempo si sono svegliati anche Alice e Jasmin che urlano per la frustrazione di non riescono a riposare.

Al nido da sola

Questa che descrivo potrebbe essere una scena che si svolge in un nido qualunque, in un tranquillo giorno della settimana, quando tutte le mancanze politiche, economiche e anche sociali, si scaricano, tutte insieme, sulla spalle di Maria. 

La nostra giovane protagonista sarà costretta a interrompere il cambio del pannolino (momento formativo e di cura importante nello sviluppo formativo di Matteo) dovrà togliere i guanti di gomma, rispondere alla porta, fare entrare chi suona, capire cosa vuole (forse un genitore che ha fretta?!) calmare Alice e Jasmin che altrimenti sveglieranno tutti gli altri... e rimanere CALMA perché la calma è ingrediente indispensabile per accudire ed educare i bambini.  

Educatori e bambini

I rapporti numerici ovviamente non dovrebbero essere questi, ma la legge scrive che... E si comincia con una lunga spiegazione di come si conta il rapporto tra educatore e bambino durante la giornata e non in tutte le ore e quindi... E poi... anche se nella legge non c'è scritto: si sa che è difficile trovare le sostitute (le giovani educatrici hanno grilli per la testa e non gli absta lo stipendio di 1000 euro lordi in busta paga) e in fondo, dai, una brava educatrice se la può sempre cavare... Oh NO?

Il fatto è che la fretta con la cura non vanno proprio d'accordo. E il risparmio con la qualità nemmeno. 

I nidi hanno dei costi che non sono comprimibili, ha un tempo che deve scorrere lentamente che rispetti le esigenze dei bambini e delle  bambine. 

Tante leggi che trovano escamotage per contare il numero delle ore, con il numero dei bambini fratto il risparmio totale, non fanno un buon servizio ne' ai bambini, ne' ai genitori, ne' ai lavoratori.

Perché il rischio minimo che si corre è che prima, o poi, l'educatrice Maria perda fiducia in tutto quello che ha studiato, senta distanza verso quello che le viene ripetuto durante i corsi di formazione che parlano di lentezza, attenzione, ascolto... E non riesca più a conservare quella calma e lentezza indispensabili per stare con i bambini e le bambine.

Sul dizionario Treccani la parola curare è definita cosi: "attendere con premura e diligenza (a una cosa) o a una persona

E al nido le persone sono piccole e delicate: hanno un'età compresa tra i pochi mesi e i tre anni. Lo scrivo per chi non lo ricordasse mentre sta scrivendo una legge, o fa i conti per un bilancio... 

 

 

Laura Branca