A scuola con l'inglese e il pannolino. Tra libertà ed autonomie...





Pensieri e parole

Proprio l'altro giorno una giovane madre mi raccontava con occhi sgranati e in modo scomposto il suo “incredibile” open day alla futura scuola d'infanzia, selezionata dopo essersi confrontata con amici, parenti e anche sconosciuti. Mi descrive con una punta di fastidio lo spazio della scuola e lo staff (ovvero le maestre) “tutte troppo vecchie per star dietro a dei bambini”.

Poi mi racconta le poche domande che i genitori presenti, domande  stupide e superficiali e aggiunge io “Ho chiesto se Matteo (nome di fantasia) potesse andare a scuola anche con il pannolino e se ci saranno corsi per imparare a fare altro, oltre a quello che la scuola normale offre di solito”.

Ma altro cosa? Le chiedo senza capire bene cosa intendesse. Ad esempio- mi risponde- l'inglese! Ormai tutti fanno inglese e mio figlio l'ha iniziato al nido" 

L'autonomia del pannolino

L'inglese lo somministriamo ai bambini fin dal nido, perché una materia importante per affrontare le sfide del mondo che verrà, ma non diamo importanza alle autonomie, come ad esempio, andare da soli in bagno a 4 anni. Una tappa importantissima e densa di significati spesso trascurati dai genitori, perché avvertita come qualcosa di difficile da fare, qualcosa da far fare ad altri, qualcosa di noioso e poco interessante

Faccio un ovvia ma necessaria precisazione: non voglio affermare che tutti i bambini debbano essere pronti tassativamente a 4 anni a togliere il pannolino, ma sapere a gennaio, che a settembre, il bambino non riuscirà a compiere questo passaggio è un pregiudizio dannoso per l'autonomia e l'autostima del bambino.

Inglese al nido

Sull’inglese al nido non mi pronuncio, osservo solo che la combinazione pannolino e inglese mi lascia MOLTO perplessa. Da una parte non diamo autonomia al bambino, dall'altra lo investiamo di una responsabilità che a lui/lei, a questa età, fa davvero poca differenza... 

Il tutto mi fa pensare che l’adultocentrismo sia sempre più imperante e poco funzionale rispetto ad una crescita sana ed equilibrata delle bambine e dei bambini. 


Laura Branca