"Per essere un buon maestro bisogna essere un ribelli". A cento anni da Alberto Manzi

   
Alberto Manzi




Cronaca Bambina 
Il 3 novembre 1924 nasceva a Roma Alberto Manzi il “maestro d’Italia”. Il maestro che con il suo approccio innovativo e profondamente umano ha rivoluzionato l'educazione e lasciato un segno indelebile nella storia del nostro paese. 
 
Noto soprattutto per il programma Non è mai troppo tardi, trasmesso dalla RAI dal 1960 al 1968, Manzi insegnò a leggere e scrivere a milioni di italiani, molti dei quali adulti. 
 
Il programma televisivo è stato tradotto e trasmesso in 72 paesi del mondo. 
 
"Armato" di telecamera (più o meno fissa) di lavagna e gessetto è riuscito a catturare l’attenzione del pubblico e a dare fiducia a tutte/i di poter apprendere. 
Un insegnamento improntato alla comprensione e alla vicinanza dello studente, nonostante le lezioni si svolgessero a distanza. 
 
Lontano da formalismi e imposizioni, Manzi credeva profondamente nel diritto all'istruzione come strumento di emancipazione e libertà.

Innovatore e sperimentatore ha scritto anche tanti libri sia per ragazzi e per adulti. Tra i più celebri ricordiamo: Grogh, storia di un castoro diventato poi un programma radiofonico e Orzowei tradotto in oltre 30 lingue e trasformato in uno sceneggiato RAI che ha segnato una generazione di telespettatori. 

E' importante ricordare Manzi non solo per ciò che ha insegnato ma sopratutto per come lo ha insegnato: con fiducia incrollabile nelle potenzialità di ogni persona e con mezzi, come la TV, che erano considerati sperimentali nel 1960.

Un secolo dopo il suo esempio è ancora un invito a costruire una scuola e una società più inclusiva e vicina a tutte e tutti. Consapevoli che "quando un ragazzo non capisce, non è mai colpa sua, ma dell'insegnante".

Per chi volesse approfondire l'archivio del maestro Manzi è presente e consultabile presso al regione Emilia Romagna