"Scrivere con la luce” attraverso gli occhi di un bambino

 



 

Avete mai visto i vostri bambini eccitarsi ed entusiasmarsi di fronte a un fiore colorato, a un regalo o a qualcosa di bello che li stupisce e li sorprende? Ecco, i bambini davanti alla bellezza sono come gli innamorati: entusiasti, fiduciosi e felici. Dovremmo farci aiutare da loro a vedere “l’eccezionale” nelle piccole cose e insieme appassionarci a ogni occasione, perché forse lo abbiamo dimenticato crescendo o forse non lo abbiamo mai realizzato veramente.

ll loro sguardo libero e curioso li porta a vedere oltre la materialità e a osservare il mondo da una differente prospettiva. Un punto di vista dinamico e fantasioso che lascia spazio a tutte le ipotesi e che permette loro di entrare nella realtà per strade nuove, sconosciute e spesso incomprese dai grandi. È così che i più piccoli riescono a percepire la bellezza con facilità: non la cercano nelle cose come una qualità speciale, non la trovano con il ragionamento ma si limitano a immergersi appieno in quello che rappresenta per loro un’emozione.

 


 

Ecco, quindi, che nelle difficoltà, dovremmo mutare il pensiero iniziale di sconforto in: “Se fossi ancora bambino, cosa vedrei di bello in questo momento? Osservare, una volta ancora, la nostra vita con occhi stupiti ed emozionati".1

Emozione, arte e bellezza ci portano a riflettere come, attraverso l’arte, i bambini osservano il mondo che li circonda. Nell’arte della fotografia, i bambini cosa osservano?

Dal greco, il termine fotografia significa “scrivere con la luce”. Scrivere con la luce per i bambini che sono filosofi. "I bambini sono filosofi": che cosa vuol dire? Bruno Munari scriveva che il pensare confonde le idee. I bambini, infatti, sentono un bisogno continuo di apprendere per capire bene ciò che li circonda.


 

I bambini hanno un bisogno costante di sapere, vogliono imparare, conoscere: si stupiscono per ogni nuova cosa che scoprono, sono curiosi anche di piccoli aspetti della realtà che a noi sembrano scontati e si chiedono il perché di ogni cosa.. L'amore per il sapere, in una parola, si chiama proprio filosofia.

Fare filosofia, infatti, vuol dire non solo pensare e conoscere ma esercitarsi al dialogo; quindi non significa solo aiutare i bambini a ragionare, in modo che sviluppino le idee che abbiamo noi, ma fare in modo che riescano ad immaginare una  propria idea di un mondo e di un futuro migliore.

Arrivare a questo obbiettivo è possibile perché per i più piccoli è normale meravigliarsi di quello che a noi adulti pare ovvio, e viene loro naturale rielaborare il mondo in una nuova e affascinante lettura.

Ma perché i bimbi desiderano fotografare? Giorgia, una bambina di quattro anni e mezzo, racconta che a lei piace fotografare mamma, papà i nonni ma anche le montagne, il mare, i fiori… tutto ciò che osserva. Perché? La risposta di Giorgia “mi piace che gli altri vedano cosa vedo io con i miei occhi. Perché io mi emoziono quando vedo le cose belle!” Giorgia vuole condividere le sue emozioni. Quanta filosofia c’è in queste parole. Quanta importanza hanno le emozioni e l’arte nella vita di un bambino!

Le emozioni rappresentano la prima esperienza che i bambini fanno del mondo e delle relazioni con le persone che li circondano. Attraverso le emozioni essi danno forma ai propri pensieri, agli apprendimenti, ai legami affettivi, al proprio percorso di crescita. La qualità dello sviluppo è influenzata dal modo in cui i bambini apprendono fin dai primi anni ad affrontare le proprie emozioni. Apprendere, scoprire, costruire nuove conoscenze e competenze sono attività ricche di vita affettiva. 


 

L’arte orienta verso un’educazione al piacere del bello e al sentire estetico ed è occasione per guardare con occhi diversi il mondo che ci circonda e per stimolare le emozioni primordiali.

Nelle parole di Tiziano Terziani è racchiuso tutto il senso dell’arte “L'arte, quella vera, quella che viene dall'anima, è così importante nella nostra vita. L'arte ci consola, ci solleva, l'arte ci orienta. L'arte ci cura. Noi non siamo solo quello che mangiamo e l'aria che respiriamo. Siamo anche le storie che abbiamo sentito, le favole con cui ci hanno addormentato da bambini, i libri che abbiamo letto, la musica che abbiamo ascoltato e le emozioni che un quadro, una statua, una poesia ci hanno dato”.2

L’avvicinare il bambino alla fotografia, quindi, è un modo per stimolare in lui creatività e la fantasia, regalando nuove prospettive e punti di vista diversi. Sviluppando le sue nuove conoscenze.

Alessia TraversaInsegnante scuola dell’infanzia e/o pedagogista


2La fine è il mio inizio” Tiziano Terziani