Cronaca Bambina Udi festeggia quest'anno ottant'anni. Ottant’anni di impegno, di passione e di battaglie politiche e sociali che hanno trasformato il Paese e reso la vita di milioni di donne più consapevole. Sono molte le conquiste che portano la firma dell’UDI, tra le quali la creazione e la diffusione degli asili nido pubblici.
Una battaglia lunghissima che l’UDI ha portato avanti fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1945. Quando nacque l’associazione, il concetto stesso di “nido” come servizio pubblico era quasi inesistente, mentre già da tempo, le donne lavoravano fuori casa nei campi e nelle fabbriche. Ma l’assistenza dei figli piccoli restava un compito esclusivamente privato, invisibile e non riconosciuto.
L’UDI fu tra le prime organizzazioni a denunciare questa ingiustizia. Negli anni Cinquanta e Sessanta le militanti dell’UDI organizzarono campagne, petizioni e raccolte di firme in tutta Italia per chiedere strutture educative e assistenziali per i bambini sotto i tre anni. In molte città, le sezioni locali aprirono i primi “nidi autogestiti” nei quartieri popolari, spesso in spazi concessi dai comuni o dalle fabbriche, con il contributo volontario delle madri e delle educatrici.
Quei luoghi, nati dal basso, furono veri laboratori di democrazia e solidarietà.
Se nel 1969 a Bologna grazie all'impegno di Adriana Lodi, aprì il primo nido comunale, fu poi nel 1971, grazie anche alla pressione dell’UDI che il Parlamento approvò la Legge 1044, istituendo i asili nido in tutt'Italia come servizio sociale di interesse pubblico.
Fu una svolta storica: per la prima volta si riconosceva che la cura dei bambini non era solo un fatto privato, ma una responsabilità collettiva. L’UDI continuò a battersi per l’applicazione della legge, chiedendo finanziamenti adeguati, personale qualificato e un approccio educativo che valorizzasse l’infanzia come fase fondamentale della crescita.
Da allora UDI ha denunciato tagli, disuguaglianze territoriali, carenze di posti, e ha continuato a promuovere un’idea di nido come luogo di libertà per le madri e di diritti per i bambini.
A ottant’anni dalla sua fondazione, l’UDI guarda a quella storia come a un’eredità viva.
Indubbiamente, le battaglie per i nidi ci ricordano che ogni conquista nasce da una visione politica del mondo. L’UDI, insieme ai sindacati e ad alcune politiche — quasi sempre donne — ha saputo immaginare la maternità come un diritto e non come un dovere o un privilegio.
Purtroppo, ancora oggi, come chi ci segue sa bene, sono molte le battaglie che restano da compiere. Dopo anni di lotte, l’attenzione si è affievolita sia nei confronti della maternità — sempre meno praticata, e non per scelta — sia verso i servizi destinati ai più piccoli, che stanno progressivamente perdendo qualità, offrendo sempre più servizi di cura e sempre meno servizi educativi.
Questo slittamento concettuale, dall’educazione alla mera cura, è la conseguenza diretta di un’altra forma di prevaricazione: quella subita da chi lavora nei servizi, lavoratrici e lavoratori che, nella grande maggioranza dei casi, sono proprio donne.
Laura Branca