L'edificio previsto sarà di circa 1.500 metri quadrati e si disporrà su tre piani, con spazi interni ed esterni in continuità. Avrà un tetto verde praticabile, aree espositive dinamiche, atelier creativi, una palestra sensoriale per la prima infanzia, un laboratorio di educazione alimentare e una caffetteria a misura di bambina e bambino.
L’intervento, dal valore complessivo di circa 6,35 milioni di euro, è finanziato in gran parte dai fondi dei Piani Urbani Integrati e si inserisce nella strategia della Città della Conoscenza.
I lavori, avviati con la consegna formale del cantiere, termineranno nella primavera del 2027.
Un percorso partecipativo
Attorno a Futura si è sviluppato, negli anni, un percorso di ascolto e confronto con scuole, associazioni, cittadini e cittadine del territorio, culminato di recente in un’assemblea pubblica molto partecipata al centro commerciale del Pilastro. L’incontro ha restituito un clima piuttosto acceso. Da un lato la curiosità, dall’altro le preoccupazioni di una parte dei residenti, critici rispetto al consumo di suolo e all’impatto ambientale dell’opera.
Non sono mancati interventi duri e cartelli di protesta, accanto a domande puntuali su verde, accessibilità e benefici per il quartiere.
Storia delle bambine e dei bambini al museo
È vero che in città, ad oggi, non c’è un museo dedicato specificamente ai più piccoli, anche se il MAMbo ha una sezione dedicata, alle bambine e ai bambini, avviata fin dagli anni ’70. È stato Bruno Munari che, al museo di Brera, realizzò per primo in Italia laboratori artistici dedicati ai più piccoli: laboratori di grandissimo valore sia dal punto di vista artistico sia da quello pedagogico.
Munari che non amava i GRANDI progetti scelse di allestire i suoi laboratori all'interno del museo per tutti/e. Perché i più piccoli possono condividere spazi dedicati all'arte senza alcuna difficoltà, ma anzi con grande sapienza.
Bologna del resto è stata una delle prime città ad accogliere questa attività e a darle uno spazio all’interno dell’allora Museo di Arte Moderna. Marco Dallari, studioso e professore è stato un pioniere in questo campo dando a questo tipo di attività — oggi molto diffusa se non scontata — un grande impulso e grande attenzione qualitativa.
Una questione di spazi (verdi)
Negli ultimi anni a Bologna ci sono state molte e diverse contestazioni rispetto al consumo di suolo pubblico, anche quando il consumo era ed è a favore di cantieri certamente green o socialmente utili, come ad esempio per il cantiere del tram o l’edificazione (poi bloccata) delle nuove scuole Besta.
Il progetto Futura, sulla carta, appare certamente attraente e di grandi aspirazioni: un grande edificio, molto green, costoso, bello, moderno e collocato in un quartiere molto interessante, sia per la presenza di numerose realtà culturali, sia per la varietà culturale ed etnica degli abitanti.
Ma rimangono non pochi dubbi e non solo per il consumo di suolo ma anche per la finalità.
Non si capisce se un nuovo GRANDE museo per bambine e bambini sia più interessante per gli adulti che per i piccoli.
Perché in città di luoghi educativi, didattici e “controllati” ce ne sono già moltissimi, mentre di spazi di gioco libero, come un parco, ce ne sono sempre meno o sono sempre più cementificati, come la Montagnola ci dà esempio.
E infine un'altra domanda: perché non riaprire lo spazio della Gam invece che consumare altro suolo verde?
Si tratta di uno spazio progettato dall'architetto Leone Pancaldi dedicato all'arte contemporanea. Uno spazio dove luce e volumi sono stati concepiti allo scopo di offrire al visitatore massimo confort. La sua ristrutturazione forse sarebbe altrettanto costosa ma non porterebbe altro consumo di suolo.
Laura Branca
