Servizi Educativi: e la chiamano riorganizzazione. Meno qualità e maggiori costi.

Nell’ultimo incontro sui Nidi e sulla riorganizzazione dei servizi educativi (del 13 aprile scorso), tra sindacati e amministrazione commissariale di Bologna, sono state confermate le scelte che da tempo contestiamo.

Confermato l’aumento del rapporto numerico adulto/bambino (1/5 per i piccoli, 1/7 per medi e grandi) e la reinternalizzazione del pasto per gli adulti che sarà preparato dai collaboratori (il tutto da settembre prossimo).

Anche sull’orario di chiusura dei nidi, viene la conferma che sarà alle 16.30, flessibile in relazione alla richiesta delle famiglie e non supererà le ore 18.00 (passa comunque il principio di una riduzione della fascia garantita).

Dai dati forniti dalla stessa amministrazione,si conferma la crescita dei posti nido a gestione privata e riduzione di quelli a gestione diretta pubblica; la perdita della sede da parte di 50 educatori a causa della chiusura totale e parziale di alcuni nidi e per effetto dell’applicazione del nuovo rapporto numerico. Questi 50 educatori saranno ricollocati, secondo i criteri della “mobilità interna”, sui posti vacanti per pensionamenti, posti handicap e posti su “fuori scuola”.

Altri 52 posti part-time, legati all’attuale modello organizzativo, saranno cancellati da questa nuova riorganizzazione con un aumento dei carichi di lavoro per il personale educatore e collaboratore e il licenziamento di circa 100 dei precari.

I dirigenti dell’amministrazione comunale, con la solita faccia tosta, sostengono che tutto questo non avrà ricadute sulla qualità del servizio e non intaccherà il progetto pedagogico dei nidi: ma è ovvio a tutti che l’aumento del numero di bambini da gestire per ogni educatore, riduce il tempo da dedicare alla cura e alla relazione con il bambino in una età 0-3 anni.

Questo abbattimento della qualità del servizio, la messa a privati di altri servizi, coincide con l’aumento considerevole delle tariffe e dei costi per le famiglie: insomma un servizio pessimo ma completo.

Viene così cancellato un modello che proprio in questi giorni compie 40 anni, anni di eccellenza dei nidi bolognesi. Cancellato da un Commissario nominato dal Governo e che tra pochi giorni lascerà Palazzo D’Accursio.