mconnors |
Quest'anno la regione ha avuto un calo di risorse davvero impressionante. La cifra che ci interessa, quella relativa i servizi educativi, è passata da 16 milioni dell'anno scorso ad 1,6. Non c'è molto da aggiungere i numeri parlano da sé.
Il rischio è la contrazione dell'offerta o l'abbassamento della qualità. Le cose non sono facili per nessuno e i dubbi sono molti. Come fare a calare i costi pur mantenendo un buon servizio? La regione sta cercando nuove alternative e si è aperta anche a nuovi canali di comunicazione ad esempio video, per diffondere conoscenza. In uno di questi piccoli documentari ci raccontano del PGE (piccolo gruppo educativo). Il rapporto nello specifico è di 1 educatore ogni 5 bambini, ha spesso sede in appartamento e è previsto necessariamente il giardino. E' un servizio differente. Un gruppo raccolto dove l'educatore ha una grande responsabilità. E' quasi sempre solo e viene affiancato da un collaboratore nell'arco delle 7 ore d'apertura. Ma il servizio sta cambiando, ad esempio da quest'anno la copertura d'orario si è estesa a 9 ore.
Ed ecco che in tempo di crisi, di riduzione di budget, di vincoli ecc ecc si sta ragionando per semplificare la normativa che riguarda questi servizi. Il PGE è solo uno nel ventaglio delle offerte alternative ai nidi. E qui si impone una domanda: come stanno cambiando? In tempo di crisi la tentazione potrebbe essere quella di si arrischiarsi in strade pericolose e il fatto che si debba far quadrare un bilancio ridotto ad un decimo, in un solo anno, non aiuta. In casi così estremi il futuro e la qualità sono difficilmente valutabili. Aspettiamo a primavera per capire le modifiche definitive. Certo è che a settembre si è svolta una discussione per riformulare il sistema ed è un vero peccato che i genitori non siano stati coinvolti, perché con tutti i limiti del caso, i genitori rimangono una voce importante, una voce differente, con esigenze precise e spesso variegate.