Comitato zero-sei.com Torino: integrazione all'intervista a Ugo Mattei


Il Comitato zero-sei infanzia bene comune di Torino concorda totalmente con quanto detto nell’intervista da Ugo Mattei ma non puo’ non precisare meglio la risposta data
alla penultima domanda, ovvero come mai la volonta’ cittadina non si e’ imposta.
Noi non ci siamo mai nascosti dietro a un dito e ci siamo sempre presi le nostre responsabilita’. Confermiamo che effettivamente all’apice della vertenza principalmente per i motivi già espressi da Mattei, l’assemblea ha deciso di evitare  di fare un atto di forza come quello dell’occupazione a oltranza di un nido. Ma riteniamo che non possa passare l’idea che il processo di esternalizzazione si sia concluso semplicemente per questo motivo. Per cui puntualizziamo che:
  1.  Tra le molteplici iniziative fatte nel corso della vertenza, c’e’ anche stata un’occupazione di un nido da parte dei genitori, che ha trovato la solidarita’ di tutto il corpo insegnati (precari e non) e che si e’ risolta solo a tarda sera con l’intervento dell’assessora e dei dirigenti sotto una pioggia battente come dimostra l’articolo che si puo’ leggere al seguente link: (http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/455111/ 
  2.  Da gennaio alla fine della vertenza i sindacati confederali hanno proclamato solo uno sciopero, per di piu’ a scacchiera, RITIRATO a meno di una settimana dalla data in cui doveva iniziare. Ritiro avvenuto a causa della  firma unitaria che le confederazioni sindacali hanno messo sull’accordo che prevedeva la privatizzazione dei 9 nidi. Da gennaio a tale fatto, nonostante le condizioni pessime del servizio, nonostante le voci sempre piu’ insistenti sulla possibile cessione al privato di nove strutture, nonostante la pressioni di cittadini e corpo insegnanti che avrebbero voluto opporsi scioperando alle intenzioni dell’amministrazione, non e’ stata fatta dunque 1 ora di sciopero.
  3.  L’accordo siglato non ha visto la convalida del personale operante nel settore. La firma posta dalle 3 segreterie e dalle RSU (bisogna dire che le RSU CGIL non hanno firmato) non e’ stato infatti fatto votare, come la prassi democratica richiederebbe, ai lavoratori del settore.
  4. All’apice della vertenza quando la pressione cittadina sembrava avere messo in crisi l’intera maggioranza, una settimana dopo l’accordo da parte dei confederali, SEL (partito di maggioranza che fino ad allora aveva provato con noi a difendere il BENE COMUNE che noi consideriamo essere il sistema educativo 0-6 anni) votava una delibera comunale in cui si approvava e si dava il via libera alla svendita dei 9 nidi per ragioni di bilancio, per una volonta’ politica di NON perseguire quelle strade che noi comitato avevamo proposto e non per ragioni tecniche come invece hanno provato a farci credere. Tanto e’ vero che nessuna risposta formale ci e’ giunta dall’avvocatura comunale rispetto alle nostre proposte fatte da giuristi ragguardevoli tra cui Mattei stesso.
 A fronte di tale schieramento di forze che il Comitato, la cittadinaza si e’ trovato contro, riteniamo essere riduttivo quindi valutare come la non occupazione a oltranza di un nido possa essere stata la reale causa della NON vittoria. La verita’ e’ che i poteri forti di Torino, che la ragnatela creata tra maggioranza politica (PD & company) e i sindacati (CGIL in prima fila) con la complicita' della fondazione Intesa San Paolo a cui presidente e’ stato messo dall’attuale sindaco Fassino il suo predecessore ex sindaco Chiamparino che ha finanziato il progetto dando circa 4.5 milioni di euro, hanno deciso lucidamente di privare la cittadinanza di una parte del servizio pubblico consegnandolo al privato "sociale" e di eliminare il precariato dal settore educativo 0-6 anni. Non perche’ e’ stato stabilizzato ma perche’ e’ stato anch’esso svenduto insieme al servizio alle cooperative amiche. La battaglia per la difesa del servizio pubblico per l'infanzia 0-6 anni e' molto piu' difficile di quanto a una prima analisi possa sembrare.
Nei prossimi giorni su questo stesso sito verra' pubblicata una sintesi della vertenza torinese che ci ha visti sconfitti, nella spernaza che tutti possano trarne giovamento per evitare di commettere gli stessi errori che hanno permesso alla nostra amministrazione di arrivare a prendere quella strada che fin dall'inizio avevano deciso di percorrere: privatizzare, tagliare, recuperare risorse svendendo un BENE COMUNE, espropiandolo di fatto ai cittadini, rinunciare a un personale precario su cui per anni avevano investito e che avevano formato (anche 12 anni di precariato fatti lavorando per l'amministrazione comunale).

Comitato zero-sei.com infanzia bene comune