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Il nido De Giovanni di Bologna ha una storia tortuosa da narrare. La cosa interessante è che da questa vicenda si possono estrapolare più riflessioni che lasceremo ai lettori. Lo stupore che ci coglie davanti alla normativa e alle sue fantasiose interpretazioni e applicazioni è sempre tanto.
La petizione Il De Giovanni risiede
in un punto strategico della città, in zona universitaria e alle
porte del centro storico. E' un nido amato e difeso da genitori e
cittadini. E' da anni che si paventa la chiusura e da anni i genitori
tengono duro. Nel 2012 si è avviata una petizione che ha visto la
raccolta di 2066 firme, in pochissimo tempo. Il
nido De Giovanni non ha chiuso, ma è stata chiusa le sezione
lattanti (17 posti in meno) e – come se non bastasse - nel 2012
tutti gli storici collaboratori comunali sono stati sostituiti da
collaboratori ASP. Ad oggi la situazione
rimane precaria e confusa. L'ultima udienza in consiglio comunale non
ha chiuso la vicenda che rimane da seguire.
Il contratto d'affitto I locali sono
al pian terreno di un condominio circondato da un giardino. Lo
stabile è di proprietà dell'INPS e il Comune paga all'Ente un canone d'affitto,
sulla base di un contratto scaduto nel 2009.
Nel 2009 la cifra è di 45mila euro annue. Ad oggi secondo il
mercato, l'affitto dovrebbe ammontare a 68mila euro (prezzo stimato
dal demanio di Roma).
La Finanziaria Nel 2013 le norme
impediscono agli Enti Locali di assumere nuove locazioni di beni (o
di fare rinnovi) che non siano a condizioni più vantaggiose rispetto
a quelle attuali. Quindi il Comune non può pagare un canone di
affitto superiore rispetto a quello del vecchio contratto d'affitto,
mentre l'INPS, sempre per questioni normative, non può dare in
locazione un bene scendendo al di sotto del suo prezzo di mercato.
Risultato? Il nido rimane dov'è,
sfruttando l'indennità d'occupazione, un'occupazione legittima e
senza limiti temporali, per cui si continua a pagare il vecchio
canone con l'obbligo di corrispondere la differenza tra il vecchio
canone e il nuovo canone una volta che verrà stipulato il nuovo
contratto, ma che non esclude la possibilità di vendita
dell'immobile da parte dell'INPS.
Costanza Marri e Laura Cercenelli