Abbiamo incontrato a più riprese la professoressa Silvia Nicodemo. Oggi pubblichiamo un suo intervento rispetto ad un dei temi più caldi in città: l'istituzione. Un tema che abbiamo già affrontato e continueremo ad affrontare con più interventi. L'istituzione, lo ricordiamo per i distratti, da settembre dovrebbe gestire tutti i servizi educativi (nidi e scuole d'infanzia) in città. E' un progetto ambizioso e molto discusso. Lungo il suo cammino ha trovato diversi oppositori. Lo sguardo della professoressa Nicodemo è distaccato e acuto e crediamo possa offrire più di uno spunto di riflessione. Riportiamo di seguito l'intervista, che sintetizza alcuni punti fondamentali. Si può anche leggere un dettagliato intervento che pubblichiamo nella pagina dei contenuti.
Partiamo
da una domanda generale cos'è un'istituzione?
L’istituzione
costituisce uno degli strumenti di cui si può avvalere l’ente
locale per la gestione dei servizi privi di rilevanza economica, per
intenderci quei servizi a non rilevanza economica. E’ un organismo
strumentale del comune e non è dotato di personalità giudirica, ma
di autonomia gestionale. L’individuazione dello strumento di cui
l’ente locale che può determinare se svolgere una attività in
modo diretto ed in economia, se svolgerla attraverso un organismo
proprio, se svolgerla attraverso forme di partnenariato pubblico
\privato, se affidarla a privati, con l’obbligo che questi siano
individuati con gara ad evidenza pubblica. E' poi un organismo di
diritto pubblico, dotato di autonomia gestionale, amministrativa e
finanziaria.
Come
si relazione la politica con l'istituzione?
L’istituzione
è disciplinata attraverso un atto politico (la delibera consigliare)
si configura come organismo dotato di autonomia, per staccarsi quindi
dall’indirizzo politico. E' poi chiamata a sottoporre
all’approvazione della giunta, nel rispetto degli indirizzi
stabiliti dal Consiglio comunale, del bilancio annuale,e del conto
consuntivo, del piano di programma annuale, le tariffe dei servizi e
gli standard di erogazione, le convenzioni con enti locali. Seppure
in diversa forma e sotto un diverso profilo, all’atto
dell'approvazione e non della programmazione si può ritrovare un
momento di imputazione di responsabilità politica.
Come
viene regolato il personale?
L’art.
55 dello Statuto prevede che la disciplina dello stato giuridico ed
economico del personale assegnato alle istituzioni è la stesa del
personale del Comune, anche se il regolamento dell’istituzione può
prevedere deroghe alle disposizioni contenute nel regolamento
organico del comune, in relazione a singoli aspetti della prestazione
connessi all’attività svolta. La previsione di formazione
professionale a livello unitario è in linea con l’impostazione
dell’Unione Europea e può evitare difformità a livello di
quartiere. L’efficacia di tale processo di formazione dipenderà
poi da come verrà in concreto attuato, per garantire continuità e
reale innovazione.
Pubblico
e privato in che rapporti sono?
Le
entrate oltre che di un trasferimento finanziario annuo,
appositamente iscritto nel bilancio comunale, l’istituzione dispone
di entrate proprie costituite dalle tariffe dei servizi nonché di
ulteriori risorse messe a disposizioni di terzi. Si ammette che
entrino nel patrimonio dell’istituzioni contributi sia pubblici che
privati. Il fatto che il denaro possa avere una provenienza da
privati non determina in alcun modo la “privatizzazione” del
servizio. L’istituzione rimane un soggetto di diritto pubblico ed
in mano alla pubblica amministrazione comunale, che ne definisce le
linee di indirizzo attraverso i meccanismi di nomina, di controllo,
di approvazione etc. Se l’amministrazione avesse voluto
privatizzare il servizio, avrebbe avuto lo strumento dell’affidamento
a privati, dell’appalto, l’uso di forme di partnerariato pubblico
\ privato, senza passare
dall'istituzione
Quindi
non ci sono pericoli di esternalizzazione?
Cerco
di chiarire questo spinoso passaggio che preoccupa in molti.
L’intervento finanziario del privato potrebbe essere orientato a
promuovere una determinata specifica iniziativa. Tale iniziativa deve
essere coerente con le finalità dell’istituzione e quindi con la
programmazione annuale, con la progettazione pedagogica. Penso, ad
ipotesi di progetti educativi ambientali\ alimentari \motori
\relazionali \ o anche di formazione del personale. In realtà,
l’intervento di risorse private a ciò finalizzate può verificarsi
anche attualmente, per quartiere o per singole scuole. Anche sotto
questo profilo, dipenderà dalla effettiva e concreta capacità
dell’istituzione di portare avanti il progetto educativo e
pedagogico, senza lasciarsi orientare da risorse di privati.
Come
ovviare questi rischi?
Gli strumenti sono da individuarsi nel rapporto tra organi di governo
dell’istituzione e organi di governo ed di amministrazione
dell’ente locale nonché nel rafforzamento di un ruolo di
partecipazione della rappresentanza dell’utenza, mentre l’eventuale
soggetto finanziatore privato deve essere tenuto al di fuori delle
scelte operative e di gestione della istituzione. Inoltre, ulteriori
spazi possono ritrovarsi nell’azione dell’apposito comitato
scientifico. Allo stato attuale, dalla lettura della bozza dello
stato, questi ultimi profili presentano elementi di incertezza.
Di
che tipo?
Per
quanto riguarda l’individuazione
degli obiettivi e standard di servizio, si individua un
richiamo agli atti di programmazione. Rimane generico il riferimento
alla carta di servizi (riferimento contenuto nell’art. 22), che
dovrebbe indicare i livelli comunque assicurati, laddove la
programmazione annuale dovrebbe piuttosto avere la funzione di
integrare in senso migliorativo gli standard minimi in relazione alle
risorse ed all’utenza.
Possibili
soluzioni?
Può
essere utile valutare il grado di soddisfazione dell’utenza, ma a
tale valutazione deve essere affiancata a) una valutazione
sulla qualità del servizio offerto ed b) una valutazione
sulle esigenze dell’utenza in entrata.
E'
facile valutare questi due punti? Come si potrebbe fare?
Il
problema della valutazione sulla qualità del servizio offerto
costituisce un profilo particolarmente delicato. L’amministrazione
potrebbe cogliere l’occasione per riflettere e sperimentare, anche
in via innovativa, strumenti di valutazione del servizio.
Com'è
strutturata la partecipazione?
Sotto
questo profilo la bozza di statuto appare carente. Le decisioni sono
assunte da un consiglio di amministratore, le cui sedute non sono
pubbliche. L’art. 13 della bozza di statuto precisa che il
consiglio può ammettere alle proprie sedute persone non facenti
parte del collegio stesso. Sotto il profilo procedimentale, la norma
appare di difficile applicazione, perché chiede una previa
deliberazione del consiglio sull'individuazione di chi ed in
relazione a quali oggetti possa partecipare.
Che
funzione ha il comitato scientifico?
Un
altro organo che sembra essere di garanzia e propulsivo è il
Comitato scientifico,
organo che permette una presenza di soggetti eteronomi rispetto
all’ente locale. Le modalità di scelte ed i requisiti specifici
dei componenti potrebbero essere meglio specificati. In ogni caso,
dovrebbe essere esclusa la possibilità di sedere nel comitato
scientifico, così come in altro organo della Istituzione, da parte
di privati finanziatori o comunque economicamente coinvolti nelle
attività della Istituzione.
Che
relazione tra quartieri e istituzione?
La
bozza di regolamento si limita a specificare le relazioni tra
Istituzione e presidenti di quartieri nonché a riferirsi
genericamente ad un “raccordo” con i quartieri. Si andrà a
garantire una riconduzione ad unità degli indirizzi nel settore,
ovviando quindi a differenziazioni. Si dovrà specificare esattamente
il nuovo ruolo del quartiere, con l’accorgimento di non disperdere
il patrimonio culturale ed operativo che l’esperienza maturata
dalla azione svolta a livello di quartiere ha ad oggi creato.
Che
relazione tra istituzione e città metropolitana?
La
bozza di statuto ammette l' istituzione a concludere accordi con
altri enti per la gestione dei servizi educativi e scolastici. Allo
stato attuale, tale previsione può ritenersi idonea ad assicurare
eventuali sinergie con i comuni che faranno parte della città
metropolitana.
In
generale come considera il progetto?
Così come fino ad oggi delineato sembra dare attuazione ad un
progetto di “riordino” e di riorganizzazione, senza pienamente
rendere manifeste e concrete quelle linee innovative e strategiche
che sembrano doversi percepire dalla lettura del progetto di
fattibilità della operazione. Per esempio, sembra mancare
riferimento a scelte operative di carattere innovativo. Infatti,
l’ente locale potrebbe cogliere l’occasione per affiancare la
riforma delle modalità di gestione ad interventi innovativo sotto il
profilo sostanziale – per dirne una, ripensare l’uso degli
immobili negli orari diversi dal tempo scuola, per esempio con
progetti legati a giardini aperti o a uso degli spazi per altre
attività ludico- ricreative, anche a pagamento dell’utenza.