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Si parla spesso di continuità educativa. E' uno dei principi che determina la qualità dei servizi. Ma cos'è esattamente? Perché è importante? E come viene mantenuta? A queste domande abbiamo tentato di dare risposte pratiche. Il
luogo della nostra piccola indagine è Bologna, la fonte sono maestre, educatori, collaboratori e genitori. Da diverse scuole e nidi ci hanno segnalato la perdita di insegnanti, educatori e collaboratori per questo settembre. E se tutti gli anni questo accade, quest'anno ci sono più motivi per preoccuparsene: motivi legati ai contratti di lavoro e alle molte richieste delle maestre di trasferimento allo Stato. Dopo grandi incertezze gestionali e non solo ci sono tante scuole che manterranno solo una o due figure di riferimento in tutta la struttura.
Due anni fa il passaggio ad Asp
Di questi tempi due anni fa il personale collaboratore di 13 nidi e 20 scuole d'infanzia sono stati assunti da Asp. Il passaggio d'assunzione ha determinato lo smembrato di molti collettivi (gruppi di lavoro) per questioni legali e l''interposizione di manodopera.
Perché?
Come spesso accede le motivazioni vanno ricercate nella normativa che cambia con una rapidità sorprendente, per non dire imbarazzante. Era l'unica via per garantire il personale negli servizi stessi. Il prezzo da pagare è stato alto. Una conseguenza poca stimata nel tempo se non dai genitori, che in una valutazione sulla qualità hanno bocciato la gestione Asp.
Cos'è cambiato nelle scuole e nei nidi?
Per capire i cambiamenti dobbiamo capire la routine e il lavoro di tutti i giorni. La relazione e la buona comunicazione sono centrali per un buon lavoro. Spieghiamo i perché. La scuola apre e accoglie i bambini, alla porta il collaboratore sorveglia che tutto si svolga in modo corretto. E' un lavoro banale ma importante per la sicurezza. Nel mentre le insegnanti ricevono i bambini e molto spesso accolgono anche i genitori che hanno domande, dubbi o questioni da sottoporre. Il collaboratore si divide tra porta e la vigilanza dei bambini, che sono in quel momento soli e magari devono andare al bagno. "C'è un supporto continuo tra collaboratore e insegnante- racconta la maestra Cristina- ed è importantissimo conoscersi e capirsi".
"Sono nella stessa scuola da due anni- continua Elisa collaboratrice- ho imparato tutto della struttura. Dove riporre le cose, come muovermi negli spazi ecc. Sono cose semplici è vero, ma quando hai un'urgenza si rivelano preziose." E se queste faccende pratiche si imparano in tempi rapidi, è la relazione con i bambini e genitori che è inevitabilmente più lenta e più importante.
Un lavoro di relazione
Il collettivo è formato da maestre e collaboratori nelle scuole e da educatrici e collaboratori dei nidi. Un buon collettivo rende il luogo accogliente, restituisce ai bambini sicurezza. "Lo vedi all'inizio dell'anno la differenza- spiega la maestra Flavia - i bambini ti riconoscono e ti cercano, cercano il contatto... una mano, un abbraccio. Tornare a scuola dopo aver trascorso tanto tempo in famiglia non è sempre facile, tornare e ritrovare la dada e la maestra è davvero importante".
Un ruolo determinante: il sostegno
"Anche nel mio lavoro è importante per la continuità- spiega Daniela maestra di sostegno- lavorare con lo stesso bambino per più tempo, significa sviluppare con lui/lei le migliori strategie ad esempio per il radicamento all'interno del gruppo. E' una relazione importantissima ed è fondamentale anche per il sostegno dei genitori, che sono spesso più apprensivi, insicuri, incerti." Daniela segue da due anni lo stesso "caso", l'ha vista crescere, migliorare, svilupparsi. "L'anno prossimo la bambina rimarrà a scuola io non so ancora se ci sarò, lo saprò solo a fine a agosto o inizio settembre. Per una adulto significa cambiare quartiere, collettivo, pedagogista di riferimento, classe, e bambini. Interrompere le relazioni che si sono costruite magari con fatica, e tornare in una altro luogo. Per un bambino significa perdere un riferimento importante."
I tempi e la routine
I bambini imparano molto dai bambini e moltissimo dai grandi. Magari il cambiamento di insegnante e dada, semina nuove idee, matura nuove certezze, non è detto insomma che sia sempre e solo negativo. A volte però il cambiamento significa perdita, senso di tradimento, sfiducia, senso di abbandono. Chiunque ha a che fare con i bambini sa quanto sia importante la ripetizione e le regole, gli orari e la routine. Perdere dada, maestra, educatrice non è facile, così come non è facile rispondere all'osservazione di mia figlia di sette anni che con ingenuità sorprendente all'inizio dell'anno constata e mi chiede: "Le maestre durano sei mesi, chissà quale sarà la nuova dopo la Giovanna? "