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Marco Piazza è consigliere comunale del M5S. Da sempre si occupa della mensa scolastica e
dell'azienda che fornisce i pasti in città, SeriBo. L'azienda da
qualche giorno è al centro delle notizie locali per diversi motivi, ne abbiamo scritto a profusione.
Sotto la lente d'ingrandimento dei media, SeriBo ha fatto affiorare
tante e svariate mancanze: economiche, regolamentari, qualitative e
di controllo. Tra breve l'azienda chiuderà i battenti e il servizio
verrà affidata ad un soggetto privato tramite gara d'appalto, una
storia già vista. Oggi abbiamo incontrato Piazza per capire il suo
punto di vista sulla questione.
Rondella nella crocchetta:
nonostante i NAS abbiano scongiurato un guasto meccanico del centro
pasti, la rondella nel piatto c'era...e quindi? Va bene così? Non si
procede a nuove verifiche? Secondo lei è una coincidenza che la
rondella provenga dal centro pasti Villa Erbosa, centro dichiarato
già dal 2007, da ristrutturare con urgenza? In molti ipotizzano un
sabotatore, lei cosa pensa il proposito?
Riguardo
all'ipotesi di un sabotatore è una pista possibile ma non ho
elementi per potermi pronunciare, ne' che mi facciano sospettare.
Credo sia meglio vista anche la grande confusione, attenerci ai
fatti. I fatti come lei giustamente sottolinea, sono che c'è una
rondella in un pasto preparato al centro di Villa Erbosa che da tempo
gli stessi Comune e Seribo, ammettono non sia più adeguato ai tempi
e necessita di interventi urgenti. Tutto poteva indurci a pensare che
cucine obsolete potessero perdere i pezzi...i NAS hanno smentito
questa ipotesi. E per concludere con i fatti: l'Amministrazione
oltre a non essere riuscita a fare i dovuti controlli preliminari
impedendo alla rondella di arrivare fino al piatto, ora non riesce
nemmeno a dire da dove veniva. La situazione è inquietante.
Utili
per il solo anno scorso di 1,5 mln, sono bloccati. Cosa significa?
Gli
utili sono ad oggi accantonati in una riserva. Non sono stati divisi
tra i soci come i precedenti utili (circa 6 milioni in 10 anni). Se
fossero stati divisi il socio privato ne avrebbe incassato il 90%, al
Comune sarebbero andati circa 150.000 euro (il 10%).
Averli
messi in una riserva, significa che se davvero SERIBO verrà
liquidata, come dichiara l’amministrazione, verranno divisi in base
alle quote societarie (e non in base al patto parasociale che regola
gli utili 90% al privato, 10% al Comune). Il socio privato incasserà
il 49% invece del 90%. Quindi il socio privato, in realtà, ha
rinunciato per ora solo al 40% degli utili. Oltre
alle riserve, in caso di liquidazione, saranno tanti i conti da fare,
anche per i macchinari che i privati hanno fornito e non ancora
completamente ammortati (circa 1,5 milioni).
E
se i carabinieri dovessero verificare un disservizio pubblico, dato
il mancato servizio di venerdì, potrebbe andare incontro ad una
sanzione?
Mi
auguro che ci siano! Per una volta sono d'accordo con la richiesta
del sindaco: le dimissioni del Direttore Generale, sono dovute.
Aggiungo anche che era ora, che Merola alzasse la testa e facesse
sentire la sua voce di socio maggioritario e di controllore.
Decisamente in ritardo. E’ stato subito rimpallato dal socio
privato che invece conferma la fiducia ad Arduini.Fino
ad ora i rimpalli dal socio privato, la Giunta li ha presi solo in
privato, senza che nessuno se ne accorgesse: impossibilità di
rinnovare, valore della società… tutte cose che hanno tenuto in
vita SERIBO negli ultimi 2 anni facendo produrre altri utili.
Da
anni segue l'attività di Seribo. Nonostante la dimostrata cattiva
gestione della società partecipata, non si è dimostrato favorevole
all'esternalizzazione del servizio, come mai? Quale tipo di gestione
immagina possa essere migliorativa rispetto al servizio?
Credo
che la soluzione migliore sia l'internalizzazione del servizio come è
stato fino al 2003, quando un pasto costava 4 euro (contro gli oltre
6,5 di oggi).L’internalizzazione
offre una migliore gestione, un più attento controllo. La
mia esperienza mostra che quando si appalta un servizio, l’azienda
vincitrice risparmia sui lavoratori le cui condizioni peggiorano
sempre portando a frustrazione e demotivazione.
Purtroppo
oggi le leggi rendono questa strada non immediatamente praticabile.
Eppure
mi chiedo: invece di passare tre anni a litigare con il socio
privato, non sarebbe stato più opportuno aprire un serio dialogo
politico tra Ente e Stato (considerando che la maggioranza a Roma è
la stessa di Bologna)? In tre anni di lavoro forse sarebbe stato
possibile svincolarsi dai divieti che portano tutti i servizi verso
la privatizzazione. In molti casi i
risparmi si sono rivelati effimeri e solo apparenti (esempio: Gli educatori
affidati a cooperative che lavorano in condizioni davvero a limite
della dignità. Altro esempio: la sosta e i parcometri affidata a
TPER che poi fallisce portandosi dietro 1 milione di euro che il
Comune non vedrà più).
Esternalizzare
significa avere meno leve di quelle che abbiamo oggi, non essendo più
presenti dentro al Consiglio di Amministrazione. Diventa quindi più
difficile controllare ed è improbabile che le cose possano
migliorare (come sostiene la Giunta) se rinunciamo a strumenti di
controllo. E’ come dire “spegno la luce così ci vedo meglio”
E’
quindi la debolezza politica il primo problema, non tanto l’assetto
scelto per la gestione del servizio.
Si
prevede una gara di bando da qui a tre settimane in tempi molto
stretti. Che tipo di clausole metterebbe per migliorare il servizio e
garantire maggiore partecipazione degli utenti?
Un
rigido disciplinare di servizio con previsione di penali e sanzioni.
Maggiore partecipazione dei cittadini (oggi esiste sulla carta, ma
molto spesso è difficile), un più ampio sistema di controlli.
Inoltre
il bando (se davvero lo faranno) dovrà essere ampiamente
pubblicizzato per aumentare la concorrenza tra i privati. Il bando
poi, come ho ricordato all'assessore durante l'ultimo incontro aperto
ai genitori, dovrebbe garantire più attenzione alla qualità e
mettere in secondo piano il massimo ribasso. Oggi i punteggi dei
bandi cd “offerta economicamente più vantaggiosa” attribuiscono
il 70% alla qualità dell’offerta di servizio e il 30% al ribasso
economico.
Dopo
anni di questa pratica, i fatti ci dimostrano che questo metodo è un
massimo ribasso “in incognito” perché le gare vengono assegnate
solo sulla base del prezzo. Sarebbe bene attribuire un punteggio pari
al 90% sulla qualità.
A
proposito di partecipazione, l'amministrazione ha redatto un nuovo
regolamento per garantire maggiore partecipazione e estensione a
livello cittadino. Come mai ad oggi è richiesta nuovamente una
maggiore partecipazione? Qualcosa non ha funzionato? Cosa?
La
partecipazione esiste ed è normata. Eppure tra la voce dei genitori
e la politica si pongono tanti ostacoli. In molte scuole si fa fatica
ad istituire le commissioni mensa.
L’accesso
ai dati e bilanci peri genitori è molto complesso e spesso negato
I
cittadini e le commissioni con cui ho frequentemente lavorato ,si
sono dimostrati molto seri e molto competenti. Hanno messo spesso a
disposizione competenze professioni, idee e stimoli di grande
stimolo, dall'altra parte hanno ricevuto poco ascolto e poche
risposte e questo è davvero uno spreco di risorse.