Celiachia e mensa scolastica: due mamme raccontano


 
Lunedì c'è stato lo sciopero dei dipendenti Seribo. L'azienda ha sostituito il pranzo con un pasto freddo, pasto sostitutivo che però non è stato garantito a tutti i bambini.Venerdì pomeriggio, infatti, l'azienda che gestisce il servizio di refezione scolastica ha fatto sapere ai genitori che non sarebbero state garantite le diete speciali, ad eccezione di quelle vegetariana e senza maiale. La comunicazione   ha lasciato di sasso molti genitori e non è stata accolta di buon grado dalle mamme e dai papà i cui figli, a causa di intolleranze o problemi di salute, usufruiscono di diete speciali. Abbiamo incontrato Eleonora e Autilia, mamme di due bimbe celiache che frequentano la scuola  Arcoguidi. La mancata consegna del pasto alternativo è stata un'occasione per provare a capire la percezione del servizio da parte dei bambini celiaci che frequentano le scuole dell'Infanzia della nostra città.
 
Scelta discriminatoria - Una cosa è certa, Autilia ed Eleonora, come probabilmente molti altri genitori, sono arrabbiate per quanto accaduto lunedì. " Ho trovato la scelta discriminatoria. Mi sarei aspettata maggior rispetto nei riguardi di bambini che seguono una dieta speciale per problemi di salute" afferma Autilia spiegando di non capire cosa  " a livello logistico e organizzativo, abbia impedito che ai bambini celiaci venisse recapitato un pezzo di pane senza glutine e una fetta di prosciutto anch'essa senza glutine". Sulla stessa linea anche Eleonora. "La notizia ha lasciato increduli me e mio marito,  che a stento siamo riusciti a credere che si potesse continuare su un percorso di così tanta insensibilità " .
Venerdì, dopo aver saputo che le diete speciali non sarebbero state garantite Eleonora e suo marito si sono messi alla tastiera e hanno scritto una email al settore istruzione di Palazzo d'Accursio, una lettera in cui hanno definito la sensibilità del Comune "assolutamente carente".  " Si ignora completamente il disagio che potrebbe avere il bambino  nel sentirsi escluso" spiega.
La mancata consegna delle diete speciali non è sfuggita all' Osservatorio mense scolastiche che , nelle ore immediatamente successive alla comunicazione di Seribo, aveva parlato di  discriminazione tra chi usufruisce  delle diete speciali e gli altri. Parole che non possono non trovare d'accordo le due mamme. "Penso che sia discriminatorio e assolutamente contrario ad ogni politica di inclusione che dovrebbe prevedere un impegno maggiore per realizzare la parità di trattamento a favore di soggetti svantaggiati" spiega Eleonora.  Per sostenere la sua tesi la mamma richiama le linee strategiche per la ristorazione scolastica in Emilia Romagna.  Eleonora cita testualmente la pagina 64 del documento in cui si legge che " il  bambino che deve seguire una dieta speciale ha il diritto di consumare il suo pasto a scuola" e che " le istituzioni coinvolte hanno il l dovere di creare le migliori condizioni ambientali perché ciò avvenga." "I menù speciali sono formulati in modo da discostarsi il meno possibile dai menù in uso per evitare di stigmatizzare il bambino" cita ancora Eleonora che quel documento deve averlo letto e riletto decine di volte.
C'è anche un altro punto su cui Eleonora e Autilia concordano: quanto accaduto lunedì poteva essere evitato. Per Eleonora la soluzione non era difficile: sarebbe stato sufficiente fornire pane senza glutine, normalmente distribuito, e prodotti confezionati senza glutine.  "Mi risulta che agli altri bambini sia stato somministrato il formaggio philadelphia,  assolutamente somministrabile ai celiaci" aggiunge Eleonora
 
Un episodio tra tanti - Agli occhi delle due mamme quanto accaduto lunedì appare come l'ennesimo episodio di una gestione poco attenta alle esigenze di chi usufruisce delle diete speciali. " Questo è soltanto l'ultimo di una serie di sviste grossolane che rendono il servizio scadente" afferma Autilia. Le due mamme portano come esempio le festività e non riescono a spiegarsi perché  " i bambini celiaci debbano vedersi recapitare un prodotto confezionato, laddove agli altri arriva il prodotto fresco da forno" come accaduto in occasione della festa di San Petronio e del pranzo di Natale.
" Inutile dire che a Natale non si è fatto neanche lo sforzo di trovare un panettone senza glutine ormai venduto in tutti i supermercati" spiega, non senza amarezza, Eleonora che nel corso dell'anno ha scritto più volte ad amministrazione e Seribo.
Tra le sue tante segnalazioni Eleonora ricorda la questione dei piatti ecocompatibili in sostituzione di quelli di plastica. " Per i bambini celiaci è stato deciso l' impossibilità del pari trattamento adducendo motivazioni del tutto risibili"  spiega . In questa occasione quello che è tossico per gli altri evidentemente non lo è per chi ha già problemi alimentari" conclude.
 
Menù poco trasparenti - Le due mamme, infine, puntano il dito contro la modalità di comunicazione dei menù. "Non c'è trasparenza" accusa Autilia spiegando che  la dicitura "verdura cotta/ cruda" così come quella "prodotto dolce/ salato" non identifica la pietanza, che nel menu normale è invece specificata. "Perché a noi, genitori di bambini con problemi di salute che ricadono pesantemente sulla loro alimentazione e sulla loro crescita fisica e psicologica, non è dato sapere cosa mangiano esattamente i nostri figli?" si chiede la mamma. Questa domanda Eleonora l'ha posta a chi di dovere. " Alla mia richiesta specifica di avere menù completi veniva risposto che vi era una difficoltà nell'elaborazione  delle centinaia di dati relativi alle diete che rendevano difficile la comunicazione." Una risposta che la mamma giudica inaccettabile e per giunta arrivata dopo telefonate e mail senza risposta.   









 

 

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