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Firenze. Da settembre le scuole d'infanzia avranno due tempi. La mattina la maestra del comune farà il solito programma e il pomeriggio la maestra del privato condurrà attività alternative quali motoria, inglese o altro.
La vicesindaco e assessore alla scuola Cristina Giachi annuncia questa scelta spinta dalla necessità di non poter assumere personale pubblico necessario. Annuncia la scelta come l'unica via possibile per non cedere all'appalto totale di alcune scuole e difende la scelta come sperimentale e innovativa, si aumentano attività formative e ludiche per i bambini.
Genitori dal canto loro protestano. Scendono a ripetizione in piazza, si affacciano sui quotidiani locali e si alleano. Ad oggi 27 scuole delle 30 fiorentine hanno costituito un comitato e hanno una pagina FB l'infanzia non si appalta che conta oltre 4000 iscritti. L'amministrazione ribatte che l'esigenza è impellente e che le scuole a settembre devono riaprire.
Sindacati e lavoratori contrari dichirano che assumere personale pubblico è possibile e più conveniente.
Tutti sono concordi su un punto: esternalizzare non porta ad un risparmio economico per la casse del comune. I genitori controbattono con un articolato comunicato che snocciola le motivazioni in 4 punti: 1 viene meno la continuità educativa, 2 si smantella il piano formativo, 3 si svaluta il lavoro degli insegnanti, 4 è comunque possibile assunzioni dipendenti pubblici. I primi tre punti si potrebbero riassumere con: si abbassa la qualità educativa e sul 4 crediamo opportuno fare una un passo indietro nel tempo per aggiungere altri dettagli.
L'anno scorso il comune ha assunto 40 insegnanti, una scelta certo coraggiosa visti i tempi e i limiti a cui sono sottoposti gli Enti. I neo assunti hanno però un contratto diverso "Enti locali" mentre i "vecchi" lavoratori hanno un contratto "scuola" due contratti sul medesimo posto di lavoro è complesso da gestire e non banale. E se l'esternalizzazione del pomeriggio avverrà, le scuole fiorentine si troveranno con tre diversi contratti a condividere lo stesso lavoro.
Una difficilissima armonizzazione che avrà prevedibilmente ricadute sulla qualità del servizio. E oltre ai contratti: cosa accadrà tutti i giorni in classe? Cosa accadrà da qui a settembre? I bambini perderanno gli insegnanti dell'anno prima, dovranno lavorare con due tempi scuola, quello del mattino classico e quello del pomeriggio tutto attività e studio. Quante ore di inglese? Quante di altre attività?
E poi ci sono i tempi di realizzazione. Siamo ad aprile si tratta di fare una gara d'appalto in fretta e furia con temi di pubblicazione molto brevi. E come si diceva...la fretta è cattiva consigliera...
Ne abbiamo avuto dimostrazione in molte altre città che hanno subito passaggi simili come Torino (esternalizzati nove nidi in tempi strettissimi) o Alessandria (esternalizzati e chiusi) o tante altre città.
Ad ogni modo la soluzione pare quantomeno e poco bilanciata rispetto alla qualità.
Torneremo a più riprese sulla vicenda anche con un'intervista all'assessore Giachi, ma sarà opportuno allargare lo sguardo al contesto nazionale e regionale solo così si potranno capire davvero le scelte politiche.
Si riuscirà a trovare una pianificazione conveniente per tutti? E qual'è la convenienza per i bambini?