#SaveKidsLives: la settimana mondiale della sicurezza stradale



#Savekidslives, salviamo le vite dei bambini. Non poteva essere più esplicito l'hashtag scelto dalle Nazioni Unite per la settimana mondiale della sicurezza stradale. Iniziata il 4 maggio, l'iniziativa lanciata dall'ONU ha come obiettivo quello di preservare bambini e adolescenti dagli incidenti stradali. Alla campagna è dedicato il sito www.savekidslives2015.org dalle cui pagine è possibile aderire alla petizione rivolta ai leader mondiali. Come sempre più spesso accade la mobilitazione è anche social: in tantissimi in tutto il mondo hanno già aderito all'appello condividendo su Facebook e Twitter un selfie con l'hashtag #savekidslives.
Aderire alla petizione significa condividere la Dichiarazione dei bambini per la sicurezza stradale, una richiesta di aiuto affinché i leader e tutti gli adulti agiscano per far sì che tutti i bambini possano viaggiare sicuri e muoversi con sicurezza in strada. L'elenco delle richieste è lungo, i bambini desiderano: strade sicure per poter camminare liberamente fino a scuola, marciapiedi e piste ciclabili sicure, dossi per rallentare il traffico, attraversamenti stradali sicuri, autobus dotati di cinture di sicurezza.  "Quando i bambini girano con gli adulti su moto e scooter, devono indossare il casco per proteggersi" si legge ancora nella dichiarazione perché gesti semplici come "indossare il casco o allacciare la cintura di sicurezza può  salvare vite umane".  Tra i comportamenti pericolosi  vengono citati anche il bere prima di mettersi alla guida e l'eccesso di velocità, comportamenti verso i quali si invoca un maggiore impegno delle forze dell'ordine.
L'obiettivo è ambizioso: ai leader mondiali viene chiesto di "includere azioni contro la mortalità stradale all’interno dei nuovi obiettivi per lo sviluppo globale".

Perché una campagna dedicata alla sicurezza stradale dei più piccoli? La risposta campeggia in cima alla pagina web dedicata alla campagna: ogni giorno nel mondo più di 500 minori perdono la vita in incidenti stradali e migliaia rimangono feriti. Ciò significa che, secondo le stime dell'ONU, ogni anno nel mondo sono oltre 182 mila i bambini e i giovani sotto il 18 anni vittime della strada.  L'Italia non è immune da questa strage: nel 2013 nel nostro paese sono morti 128 giovani, due a settimana, 47 avevano meno di 14 anni.
 «La mortalità infantile e giovanile sulle strade è un dramma nel dramma – spiega Umberto Guidoni, Segretario Generale della Fondazione ANIA per la Sicurezza stradale – anche perché i bambini sono vittime di comportamenti superficiali, distratti e scorretti assunti dagli adulti quando sono al volante"
Per questo la fondazione colloca i bambini all'interno della categoria degli utenti deboli e vulnerabili della strada. "E’ bene ricordare che l’incuria dei genitori che non usano i seggiolini o le cinture di sicurezza posteriori, è una delle principali cause di morte dei minori sulle strade" spiega ancora senza mezzi termini Guidoni. Seggiolini e sistemi di ritenuta in caso di incidente possono ridurre del 70% le possibili conseguenze gravi ma, per usare ancora le parole di Guidoni, di questo "molti non si rendono conto". Il numero delle vittime e i comportamenti scorretti hanno indotto la fondazione Ania a realizzare campagne di informazione e a chiedere un inasprimento delle pene per chi non rispetta le regole del codice della strada. Regole che non valgono solo per il trasporto dei più piccoli in automobile ma anche per quello in bicicletta e sui motocicli.

Tra chi in Italia lavora da tempo per promuovere la sicurezza stradale dei più piccoli non si può non citare l'Asaps il cui Osservatorio Incidenti Bambini tiene costantemente monitorato il fenomeno. Dalle pagine web  è possibile anche scaricare un utile opuscolo con le regole per proteggere i bambini in viaggio e in strada.

La foto in apertura è tratta dal sito www.savekidslives2015.org