Caltagirone è la città dei bambini. Anzi no. Caltagirone era la città dei bambini. Oggi forse è la città del fallimento, dell'insuccesso e dell'arretramento culturale. Dopo aver conosciuto un periodo di grande entusiasmo la città si ripiega su se stessa fino a chiudere un nido dei tre presenti. A raccontare di questa storia abbiamo incontrato Gianfilippo Vispo pedagogista, esperto in politiche per l’infanzia, che nonostante l'indifferenza generale continua ad attirare l'attenzione sul tema.
Partiamo dalle
cose belle. Quando e come Caltagirone ha attraversato una primavera
pedagogica?
Dobbiamo tornare al
2008. Allora la giunta era di centro-sinistra e al governo c'era
Prodi. Per incrementare l'offerta di servizi educativi, come ci
chiedeva l'Europa, il governo investì in un Piano Straordinario di
svariati MLN. Era un piano nazionale. Il comune ha lavorato per
recepire i finanziamenti. Inizialmente siamo riusciti ad ottenere
30mila euro con la sperimentazione della sezione primavera e in breve
siamo riusciti ad ottenerne altri e altri... Con quelle economie
abbiamo sostenuto e supportato la spesa dei tre nidi, introdotto la
figura del coordinatore pedagogico, che la legge regionale della
Sicilia non prevede. Caltagirone a quel tempo ha avviato un
gemellaggio con la città di Bologna e ha costruito uno scambio
d'informazione e di saperi davvero notevole, unico a livello
nazionale. Per la prima volta la regione Sicilia ha avviato un
rapporto diretto con la regione E-R... Insomma abbiamo fatto molto in
quel periodo e i successi non si sono limitati al campo dell'infanzia
ma si sono espansi, la città si è aperta...così i nidi che si sono
aperti con: Nidi in città.
Cos'è nidi in
città?
E', anzi era, una manifestazione tutta dedicata all'infanzia e all'aperto, si svolgeva
in piazza e per le vie della città. Partiti nel 2009 ogni anno, fino
al 2012, Nidi in città ha portato a Caltagirone convegni,
approfondimenti ma anche momenti ludici, laboratori per bambini e
genitori. La manifestazione è partita limitata ad una mezza giornata
e nel 2012 si celebrava per un'intera settimana. La cosa più
sorprendente e meravigliosa è che eravamo riusciti a coinvolgere
un’intera comunità.
E dopo il 2012
cosa succede?
Alla giunta di
centro sinistra succede la giunta di centro-destra. E tutto si ferma.
Sul fallimento del centro destra voglio solo ricordare che in due
anni di attività, hanno cambiato 19 assessori e diversi dirigenti e
consulenti. Oggi siamo commissariati. Da quattro anni Caltagirone non
presenta un bilancio. Tutto è fermo.
E per i nidi cosa
cambia?
Tre giorni prima del
nuovo anno educativo, a settembre di quest'anno per intenderci, il
commissario con una delibera annuncia che uno dei tre nidi non
riaprirà le porte.
Con quale
motivazione?
Formalmente chiude
per ristrutturazioni. Da 140 i posti offerti dei nidi si passa a
100, perdendone 40.
E il personale?
Il personale è
smistato in altre attività. Credo che questo dimostri molto
chiaramente la volontà di chiudere in modo permanente. Il peggio è
che le economie ci sarebbero state per continuare ad investire.
Economie
provenienti da dove?
Dai fondi Pac.
Risorse stanziata durante il Governo Monti di svariati MLN che hanno
lo scopo di ampliare l'offerta dei servizi educativi, questa volta
preposte a 4 regioni del sud: Calabria, Sicilia, Campania E Puglia.
Su una disponibilità di 602 mila Euro resi disponibili con il primo
riparto a Caltagirone e altri 8 comuni ne sono stati recepiti
279mila.
Ci sono
opposizioni o proteste?
No. Tutto tace
nonostante un nido in meno e nonostante i dipendenti comunali non
percepiscano lo stipendio da oltre tre mesi. Tutto tace.
E oltre alla
denuncia cosa sta facendo?
Mi sto impegnando
politicamente con il Gruppo Territoriale Nidi e Infanzia nel
tentativo di riaccendere i riflettori sulle politiche per l’infanzia,
politiche che riconoscano pienamente i diritti dei bambini e delle
bambine.