Ferrara: dada con sindrome di down, mamma ritira bimba dal nido

Bimbo in giardino


A Bologna le chiamiamo affettuosamente dade: sono le collaboratrici.  A Ferrara una di loro è finita, suo malgrado sulle pagine di molti giornali: non conosciamo il suo nome ma sappiamo che ha 37 anni, 14 di esperienza e la sindrome di down.  In realtà i giornali non parlano di lei ma della mamma che, a causa della sua presenza, ha deciso di ritirare la sua bambina da un nido della città estense. 

A raccontare la storia è il quotidiano La nuova Ferrara che avverte "si tratta di una ricostruzione dei fatti al momento incompleta". La vicenda in breve: una mamma ha ritirato dal nido la sua bimba di dieci mesi con la quale stava affrontando il periodo d'inserimento.  Secondo la dirigente della struttura, che ha definito inaccettabili le motivazioni addotte dalla donna,  ciò sarebbe avvenuto per la presenza di un'ausiliaria con la sindrome di down. L'assistente è arrivata al nido sei anni fa con l'approvazione del Cepim di Genova, un centro specializzato nell'inserimento lavorativo delle persone con sindrome di down. In precedenza aveva lavorato per otto anni in una scuola della città. " La signora mi ha detto che non voleva che sua figlia stesse nell'asilo con quella ragazza" ha riferito la responsabile ai cronisti. "Ritengo - ha spiegato - che quelle parole esprimano un atteggiamento inaccettabile verso una persona autonoma, preparata per svolgere i compiti che le sono stati assegnati e della quale nessuno, da quando è qui, si è lamentata". L'assistente, compreso il motivo dell'incontro tra la madre e la dirigente, sarebbe tornata a casa molto agitata. "Tornerà qui a lavorare, ha tutta la nostra fiducia" ha assicurato la dirigente che non esclude di interpellare un legale.  Sarà la famiglia dell'assistente, invece, a valutare eventuali danni morali. 

La ricostruzione della vicenda, l'ho scritto all'inizio risulta ancora incompleta. Mi colpisce però una coincidenza: siamo ad ottobre e domenica prossima si celebra la Giornata nazionale delle persone con sindrome di down, promossa da CoorDown, il coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di down. " Un percorso scolastico e di qualità e un lavoro non sono solo diritti ma anche gli strumenti più importanti per garantire ai ragazzi con sindrome di down una vita il più possibile autonoma, una piena integrazione nella società e un futuro sereno e dignitoso" si legge nella presentazione dell'evento. "La giornata nazionale delle persone con sindrome di Down, da oltre dodici anni - si legge ancora nella nota - ha l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica e di affermare l'importanza di una cultura della diversità, contro i tanti pregiudizi che ancora colpiscono le persone con disabilità".  Se confermati, i fatti di Ferrara sembrano suggerirci che sensibilizzazione e lotta ai pregiudizi siano più che mai attuali.