Roma: la città dei bambini?

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Il commissario Tronca annuncia di voler esternalizzare tutti i nidi comunali di Roma alla gestione privata (quella indiretta). I motivi sono presto detti e sono anche piuttosto banali: il comune ha debiti di svariati miliardi e i servizi al comune costano tanti soldi, diversi milioni all'anno. Così per risparmiare e anche per non assumere il personale necessario, si estenalizza. Una storia che abbiamo visto e scritto tante e tante volte. Abbiamo incontrato e ascoltato tre diversi soggetti interessati al tema: il gestore di un servizio, un politico locale e un genitore romano. La storia che ci viene raccontata è molto complicata e piena di risvolti. "Non esageriamo- racconta Cecilia Fannunza ex consigliera del partito
Democratico- e tentiamo di far chiarezza. Non esiste un pubblico “buono e bello” da salvare e un privato cattivo e spregiudicato. Oggi il sistema misto funziona e bene, ma va rilanciato pensando anche alle esigenze dei cittadini. I nidi in città chiudano per la maggior parte alle 16. E come si fa tra lavoro e spostamenti? Si deve pensare al cambiamento"
L'annuncio di Ronca non stupisce chi vive i servizi da dentro Cristina Ragaini portavoce dell'associazione Ondagialla (associazione che unisce i gestori dei servizi privati in convenzione a Roma) racconta: "Questa scelta l'aveva già fatto il sindaco Marino. Voleva mettere in convenzione 17 strutture. Ora Tronca parla di mettere tutti i servizi in concessione. Su questo c'è da riflettere e attentamente. Personalmente non sarei affatto contenta se tutto il sistema passasse in mano ai privati. Il sistema funziona con la gestione mista: privata e pubblica. Uno senza l'altro non potrebbero garantire la medesima quantità e qualità". Il sistema misto dunque funziona? Abbiamo ascoltato un genitore della rete Geronima, Adriano Sias che spiega "Penso che il problema non sia esternalizzare i 17 nidi, ma come si esternalizza. Se lo faranno con un affido al massimo ribasso, come aveva tentato il sindaco Alemanno, ( offrendo 480 Euro mensili per bimbo) si capisce fin da subito, e senza tanti giri di parole, che la qualità non potrà essere garantita. Oggi a Roma la differenza cambia e molto a seconda del territorio. Ci sono distretti che offrono alta qualità, altri no. Il pubblico viaggia su una qualità media più alta, ma non è affatto scontato. Ci sono gestori dei privati sociali, piccoli e molto attenti, dove la qualità è fantastica... altri pubblici dove la qualità non c'è. L'impressione è che nel tempo l'amministrazione abbia lasciato andare alla deriva i suoi servizi li ha abbandonati all'incuria sia strutturale, che gestionale" La Fanuzza ricorda anche come le strutture dei nidi da esternalizare fossero già pronte (nuove da impresa) fin da Alemanno e mai fatte partire, perché il comune non ha soldi per farle partire. Ma i problemi non finiscono qui e non si limitano agli annunci di Ronca sono regressi. I nidi ad oggi contano 1500 posti vuoti mentre i gestori privati annaspano in una mare di guai, sia per le rette dei bambini non iscritti ma anche per i ritardi di pagamento del comune. A dicembre alcuni nidi privati si sono visti pagare solo il mese di settembre, altri non sono ancora stati pagati. I perché dei mancati pagamenti? Sono tanti: problemi tecnici, mancanza del personale per i controlli e per emettere le fatture (?)...E a questo punto e in tutta franchezza mi chiedo se sarà una buona idea mettere tutto al privato, quando non si riesce a pagare quelli che ci sono...