In risposta a Marina Cesari

Alvimann









"Ho letto con attenzione la risposta della Dottoressa Marina Cesari all'intervista da me concessa a BolognaNidi" Ci scrive Costanza Storaci maestra e già collaboratrice scolastico al comune di Bologna " Nella mia intervista si scrive chiaramente che ho lavorato per il Comune di Bologna come collaboratrice scolastica, la cosa però non mi ha impedito nè di ascoltare, ne' di vedere...e dal mio punto di vista, confermo con ancora più forza ciò che ho già dichiarato: molti aspetti sono peggiorati da un punto di vista qualitativo per via dell'organizzazione del lavoro. Sono anche convinta che solo la grande professionalità del personale del comune abbia impedito che ciò fosse percepito in maniera massiccia dall'esterno. Per il comune di Bologna ho lavorato come collaboratrice scolastico ed ho imparato molto, ma continuo ad avere l'impressione che educatrici, maestre, pedagogiste, ora come ora, siano spremute come limoni, sfruttate al massimo le loro energie ed il loro tempo vita.
Molti mi hanno consigliato di partecipare al bando appena uscito che ricerca maestre da impiegare allo IES, ma fino a quando non cambieranno le cose, preferisco rimanere dove sono, in una realtà che sento proteggere maggiormente il personale e di conseguenza i bambini, pur con uno stipendio nettamente inferiore.
Infine vorrei ricordare che una volta, quando una maestra doveva decidere se lavorare per lo Stato o per il Comune di Bologna, sceglieva il Comune. Adesso accade il contrario: perché? Credo che questa sia una domanda da seguire con molta attenzione e senza prese di posizioni. Chiudo poi con una considerazione: nell'intervista la dottoressa Cesari ha voluto contrapporre la verità dei dati, alle mie opinioni, ma vorrei ricordare, come per il caso dei lavoratori di Sala Borsa, che spesso i dati non sono così oggettivi, come si vuol ritenere e non solo rispetto alle opinioni, ma anche alla vita umana vera, nuda e cruda dei lavoratori". Costanza Storaci