A meno di una settimana dall’approvvazione della legge da parte dell’EmiliaRomagna, Trieste sceglie la strada della vaccinazione obbligatoria e la
estende anche alle scuole materne comunali e convenzionate. I genitori che
iscriveranno i propri bambini ai nidi e alle scuole dell'infanzia dovranno
presentare un'autocertificazione in cui dichiareranno di averli sottoposti alle
vaccinazioni antidifterica, antipoliomelite, antiepatite B e
antitetanica. L'amministrazione si dice pronta ad attivare controlli a
tappeto.
Il provvedimento anche in questo caso è dettato da una copertura vaccinale
scesa al di sotto del 95%, considerata il livello di guardia dalle autorità medico sanitarie, OMS in primis. La modifica del regolamento per l'accesso alle
strutture, una sessantina che accolgono circa quattromila bambini, proposta
dalla giunta di centrodestra è stata approvata a maggioranza con l'astensione
dei 5 stelle che, nonostante il voto favorevole in commissione, hanno espresso
perplessità nei confronti dell'obbligatorietà.
Soddisfatta l'assessore all'infanzia Angela Brandi che auspica
il varo da parte del Friuli Venezia Giulia di una legge regionale. "Abbiamo
adottato l'obbligo della vaccinazione per i bambini che frequentano gli asili
comunali e convenzionati a Trieste per superare l'inerzia della Regione Friuli
Venezia Giulia per quale questa decisione deve essere uno stimolo a legiferare,
come ha già fatto l'Emilia Romagna e come si accingono a fare altre
Regioni" ha dichiarato all'Ansa.
La nostra decisione - ha spiegato ancora Brandi
- arriva al termine di un lavoro preparatorio svolto con con l'Ordine dei
Medici, il Collegio dei Pediatri, l'ospedale infantile Burlo Garofolo e
l'Azienda sanitaria AsuiTs, cioè con la comunità scientifica presente sul
territorio cittadino e non con i ciarlatani che girano e invadono il web e i
social."
Riuscirà l'introduzione, per legge o regolamento, dell'obbligo di vaccino per la frequenza dei servizi educativi 0-6 ad invertire una tendenza, quella del calo delle vaccinazioni, giudicata preoccupante dalle istituzioni sanitarie? Potrà l'obbligo riuscire a raggiungere un obiettivo in cui appaiono poco efficaci informazione e comunicazione: arginare le teorie antivacciniste che dilagano dentro e fuori dal web?