Cronaca cittadina. Ha tutti gli elementi di un dramma di Giovanni Verga, ci sono lavoratori (donne) sfruttate e tanti bambini comunque curati, accuditi, educati. Succede nella Sicilia del 2017: dove tante educatrici e collaboratrici non sono pagate dal luglio del 2016. Ma loro anche senza busta paga continua a mantenere il nido di Misterbianco, paese in provincia di Catania. Il personale, 29 lavoratrici, decidono di alzare la testa e farsi sentire con due giorni di sciopero. Dopo otto mesi senza stipendio la CGIL proclama lo sciopero per il 29 e il 30 marzo. Uno sciopero che non c'è stato, è bastato minacciare per vedersi arrivare due buste paghe arretrate. Due su otto. Emerge un sud affaticato e
disperato dove la distanza dall'Europa pare incolmabile. I fondi per riaprire il nido di Misterbianco, operativo fino al 2010 e poi rimasto chiuso per due anni sono arrivati dall'UE e più esattamente dai fondi PAC, fondi che dovrebbero incrementare i sevizi all'infanzia e agli anziani e di cui abbiamo già scritto a più riprese. Sulla carta tutto funziona alla perfezione: i comuni di Catania, Misterbianco, e Motta S.Anastasia, presentano un progetto per un importo complessivo di quasi 5 mln da" spalmare" in attività e servizi dedicate ai più piccoli. Con quei 5 mln si andavano a sostenere i tanti nidi di Catania, che ne ha ben 15, si riapriva l'unico nido di Mistebianco, si inaugurava un centro gioco comune ai tre paesi e si acquistava materiale didattico e ludico... Ma i soldi per le lavoratrici del nido in gestione alla cooperativa Infomedia, del Consorzio 45, non ci sono. Dove sono finiti? E' la cooperativa che non paga? No, non è così semplice. Gaetano Agliozzo presidente della Funzione pubblica della Cgil dichiara " Il problema sono i meccanismi farraginosi meccanismi burocratici del fondi PAC" Una storia che riprenderemo per capire meglio. Le domande irrisolte sono davvero troppe e i soldi dei fondi PAC che paiono sparire nel nulla, iniziano a diventare troppi.