Agri-infanzia |
Cronaca Bambina Federica Di Luca è una che non si arrende mai. L'ho conosciuta circa un anno fa, quando armata di carta, penna e macchina fotografica ho girato per l'Italia per scoprire e raccontare i nidi. Il suo nido si trova ai piedi dei Monti Sibillini è un AgriNido ed è un posto semplicemente incantevole. Oggi purtroppo quel nido non è più, il terremoto l'ha colpito e l'ha reso inagibile proprio nel momento in cui, Federica e la sua famiglia, avevano investito soldi ed energie, per trasformarlo in un servizio 0-6. Sono comunque riusciti a trasformalo anche se in modo imprevedibile e diverso. Sono contenta di raccontare la storia dell'Agri-infanzia della Natura, una storia che ha bisogno di essere raccontata, divulgata e capita profondamente. Perché non riguarda solo il terremoto, i genitori marchigiani e i loro bambini, ma ci include tutti.
Federica come avete trasformato l'Agri-infanzia della natura?
Dopo la scossa del 30 ottobre la struttura era inagibile. Fin da subito abbiamo capito l'importanza di riaprire in tempi brevissimi. E l'abbiamo fatto nell'unico spazio agibile, un locale al pian terreno, che garantiva al contempo sicurezza e contatto diretto con la fattoria. Io però avevo in mente un altro progetto.
Quale progetto?
Accogliere i bambini in una tenda Yurta. Dopo alcuni ritardi siamo riusciti ad avviare il servizio. Abbiamo montata la struttura in circa 10 giorni tra Natale e Capodanno. A gennaio siamo partiti.
Cos'ha di diverso una tenda Yurta da una tenda normale?
La forma è la prima differenza evidente. E' circolare una forma un po' magica da vivere. Al suo interno assomiglia un po' il pantheon, ha due aperture principali: un grande oblò che guarda direttamente al cielo e la porta d'accesso. La Yurta ha una storia di circa 2000 anni, è usata come abitazione dalle tribù nomadi della Mongolia e del Kazakistan. Ha una struttura leggera ed è facile da montare. Composta da soli materiali naturali quali cotone, lana, legno... E' resistente al freddo e la caldo, essendo isolata da lana infeltrita. In inverno l'abbiamo riscaldata con una stufa a pellet. Oltre ad essere funzionale è anche bella.
La bellezza conta anche in un momento tanto difficile?
Si, vivere in uno spazio armonico, che accoglie, da senso di protezione è molto importante. La tenda riesce anche ad armonizzare lo spazio naturale e lo spazio civile e intimo. La forma circolare restituisce benessere, suggerisce intimità e affetto. Sono concetti fondamentali per restituire la serenità, che serve per continuare a vivere e continuare a fare buon educazione.
Avete avuto un incremento di iscritti come mai?
Si, è vero. Alcune famiglie si sono trasferite più vicine a noi...e credo anche che alcuni abbiano scelto una soluzione di qualità anche in un momento tanto difficile. Siamo riusciti ad aprire fin da subito mentre molte scuole d'infanzia erano ancora chiuse o avevano riaperto in luoghi di fortuna.
Come avete lavorato con i bambini?
Abbiamo continuato le normali attività: pappa, sonno, stare in fattoria ma affiancato attività specifiche per superare il trauma. Abbiamo indagato, cercato di capirlo, di raccontarlo, di illustrarlo, di rappresentarlo, abbiamo lavorato in tempi strettissimi non abbiamo aspettato il tempo del ricordo.
I bambini che parole hanno scelto per narrare il terremoto?
Hanno descritto le case come scrostate, rotte, in generale l'hanno definito come un grande pasticcio. I bambini lavorano spesso sui pasticci, quando mischiano elementi diversi, ad esempio foglie, bastoni e sassi per fare delle pappe...il pasticcio contiene in sé già la ricostruzione.
E nei disegni cosa è apparso?
Cose straordinarie. Nelle crepe delle case, disegnate con linee torte, sono apparsi personaggi inventati, animali, che si erano trasferiti lì a vivere...
Tutta questo lavoro è diventato una mostra. Ci racconta?
Abbiamo raccolto tanto materiale, anche fotografico, che è diventato una mostre itinerante. Partita a Iesi si trasferirà a Macerata e poi girerà nelle Marche, tra comuni e Agrinido. Uscirà anche dalla regione per mostrarsi all'Italia.
A settembre prevedete si essere ancora in tenda?
Stiamo lavorando sulla realizzazione di una nuova struttura. Il progetto è partito da noi dell'Agri-infanzia della Natura e dai genitori. Abbiamo fondato l'associazione nella terra dei bambini con cui abbiamo progettato la nuova scuola e l'abbiamo proposta alle istituzioni.
E le istituzioni vi sostengono?
Premetto che tutto quello che abbiamo realizzato fino qui è stato un esempio davvero convincente di sinergia tra soggetti privati e pubblici. Anche se lungo il nostro percorso abbiamo trovato limiti e diffidenza a volte. In generale abbiamo notato una scarsissima cultura e attenzione per l'infanzia.
Perché una scarsa cultura per l'infanzia?
Le scuole che verranno realizzate e che saranno le nostre scuole per i prossimi 50 anni, sono state progettate da tecnici, senza mai coinvolgere le persone che le vivono. Non dico i bambini, sarebbe chieder troppo, ma almeno gli insegnati, le educatrici... Invece il progetto fatto da architetti, o ingegneri e approvato da uffici tecnici.
Il progetto per realizzare la vostra scuola quanto costa?
Circa 600 mila euro, esclusa l'acquisto dei terreni che hanno un costo di circa 40 mila euro.
Quindi nascerà una scuola progettata dai genitori?
Prima dobbiamo trovare le risorse per acquistare il terreno, ma l'idea è quella.
Come state lavorando per trovare le risorse?
Abbiamo avviato dialogo e confronto tra soggetti pubblici e privati. Abbiamo anche avviato un crowdfunding.
Come si può donare?
Con un semplice versamento, sulla nostra pagina fb trovate i riferimenti.
In che tempi prevedete di aprire?
Speriamo a settembre.