L'arte risveglia l'anima e il tablet diventa Santo

Il Santo






Arte Bambina. Consiglio vivamente questa mostra a genitori e bambini. E' una mostra tutt'altro che facile è complessa è difficile ed arriva dritta allo stomaco come un pugno. Eppure credo che valga la pena di essere vissuta in famiglia come esperienza da portare nel cuore. I bambini poi credo siano i fruitori ideali per comprenderla appieno. L'arte risveglia l'anima è a Roma nel complesso di San Salvatore in Lauro dal 9 giugno (vernisage) al 25 giugno. La mostra è frutto di progetto partito a Fisole (Fi) ed è stato promosso dalle associazioni Autismo di Firenze, Amici del museo Ermitage e L’immaginario,con la collaborazione del Cigno GG edizioni, nella tappa romana si avvale della collaborazione della onlus Insettopia – Per noi autistici con il patrocinio della Mibact e Regione Lazio. Perché ritengo che sia una mostra adatta ai bambini?

Perché la mostra ha uno scopo preciso: narrare al mondo dei normodotati cosa sia l'autismo. E i bambini sono i più preparati ad accogliere e conoscere, senza pregiudizi, ciò che è diverso. La mostra offre la possibilità di conoscere il mondo affacciandosi da una nuova finestra diversa e imprevedibile. L'autismo è qualcosa di molto complesso da descrivere e raccontare e la mostra lo fa bene tramite immagini. L'opera collettiva realizzata da ragazzi e ragazze  autistici è interessante e va guardata e possibilmente ascoltata (lo potete fare da qui). Composta da sette tele affronta sette temi.
Primo tema: la dignità. La dignità è del fratello, quello normodotato che vive nell'ombra dell'autistico. Quello che in sé conserva il gene della sindrome che potrebbe trasmettere ai propri figli. Sulla tela si rappresentano ideogrammi orientali, lingua spesso amata da questi fratelli, condannati a meno attenzioni e a vivere nell'ombra, costretti a decifrare un mondo incomprensibile e distante.
Secondo tema: la rivolta. L'aspetto che in tanti rifiutano e negano, nascondono e tralasciano. L'autistico quando inciampa nel suo isolamento, quando si si rende conto di essere estraneo in un mondo incomprensibile, può rompere, mordere, strappare . Nella tela appaiono oggetti spezzati come occhiali o magliette mangiucchiate.
Terzo tema: l'autonomia, quella che un ragazzo autistico non riuscirà mai a raggiungere e che il mondo dei normodotati gli richiede, per essere accettato e compreso.
Quarto tema: i farmaci che gli autistici devono prendere per sedare ansia, o i tremori, dovuti ad attacchi epilettici. Sul fondo si incollano pastiglie e scatole spezzate.
Quinto tema: il labirinto simbolo della stessa sindrome. Qui appaiono disegni da bambino: un drago, un sole, un cielo...Perché? Perché spasso si vorrebbe e s'immagina l'autistico sempre bambino innocente e inconsapevole delle pulsioni del corpo.Ma crescere significa anche passioni e desideri difficilmente accettabili. Immaginarli sempre bambini significa respingerli nel labirinto.
Sesto tema: l'identità. Rappresentata da un cellulare e da liste di nomi trascritte da una rubrica del telefono. I ragazzi autistici non sono tanti rayman! pensarlo significa ancora ricondurre la persona nel labirinto.
Settimo tema: Il Santo Che è simboleggiato da un profano tablet illuminato da un led blu. Perché il tablet diventa un Santo? Perché dona riposo ai famigliari e porta l'autistico in una dimensione altra. Forse questa ultima tappa è il più forte collegamento tra autistici e normodotati. Ma le interpretazioni sono libere e i bambini ne troveranno di certo tantissima.