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Cronaca bambina. Il 3 luglio sarà sciopero nei centri estivi di Bologna gestiti dal comune. La tensione tra pubblica amministrazione e maestre è ancora alta e l'offerta comunale per i piccoli sembra destinata a non decollare. L'anno scorso erano 12 le scuole aperte quest'anno si sono ridotte a sei. Le lavoratrici sono arrabbiate per molti motivi: le nuove assunte hanno contratti diversi dalle "vecchie" colleghe e carichi di lavoro sono davvero impegnativi, fino a sette ore al giorno frontali con i bambini. Ci sono tanti temi che si intrecciano e alcuni riguardano anche i bambini.
I perché
Nel volantino distribuito dal sindacato sgb (sindacato generale di base) si legge "Molte di noi saranno spostate e concentrate in scuole dove dovranno occuparsi di bambini che non conoscono in alcun modo, in ambienti che superano i 30 gradi. ” Ed è certo un fatto che in molte scuole le temperature si fanno bollenti. Non si tratta solo di non aver aria condizionata, che in fondo è anche poco salutare, ma di edifici vecchi, spesso trascurati e poco isolati dai fattori climatici quali caldo e freddo. (Lo testimoniavano alcuni genitori quest'inverno)
I genitori
Alcuni temi che le maestre sventolano sotto il naso dei genitori, non posso che far arrabbiare, "Siamo stanchi, fa caldo...lavoriamo anche sette ore al giorno" Leggere queste frasi in un caldo giorno d'estate mentre si accompagna il bambino e scuola di fretta, perché si deve correre al lavoro per otto ore, non può che fare male. E il 3 luglio si aggiunge un nuovo problema da risolvere: dove sistemare il bambino?
Da Bologna all'Italia
Al di là dei fatti locali è certo che il tema scuola aperte d'estate è da valutare con attenzione. La stanchezza generale di alunni e insegnati in questo periodo dell'anno è un fatto evidente che si ripete tutti gli anni. Chiunque abbia un figlio lo sa bene, così come sa che più si avanza nel percorso scolastico più la stanchezza aumenta. (E il nido aperto in luglio frequentato da bambini rilassati rimane un ricordo lontano).
Scuole estive
In questi giorni anche il Ministro Valeria Fedeli annuncia di voler progettare una scuola aperta anche in estate. Sarebbe interessante prima di fare qualunque nuova proposta capire perché si arriva a giugno tanto stanchi. I motivi potrebbero illuminare le più corrette soluzioni per un ripensamento globale del sistema. Non è impresa facile. Richiede tanta attenzione e un amento di risorse per creare una scuola adatta alle esigenze della società che lavora, agli alunni che imparano e dei docenti che insegnano.