Globalismo affettivo: il metodo didattico plurisensoriale


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Intervista a...Vito De Lillo è il maestro che ha elaborato il globalismo affettivo. Un sistema didattico che ha lo scopo di insegnare ai bambini a leggere e scrivere. Per farlo si avvale di due ingredienti fondamentali: la fantasia e la tecnologia. Il metodo è ludico, rispetta i tempi d'apprendimento dei singoli, non impone nulla ne' ai bambini, ne' agli insegnanti e si basa sull'ascolto reciproco. Il globalismo affettivo, mi assicura il maestro De Lillo "Porta avanti tutti i bambini senza lasciare indietro nessuno". Il metodo è sperimentato in molte scuole della Puglia e poi ha girato per tutta Italia. Ha avuto riconoscimenti sia dall'Università di Bari che dal Miur. Oggi incontriamo De Lillo per fari spiegare il metodo e i risultati ottenuti anche alla scuola d'infanzia. 
Perché nasce questo metodo?
Nasce nel 1984 quando ho insegnato in una scuola di Bari dove molti studenti, pur avendo raggiunto la quinta classe, non sapevano leggere e scrivere. Così ho pensato di avvicinarli alla scrittura tramite il pc. A quel tempo i computer erano molto diversi da quelli odierni ma ai bambini piacevano anche allora. Ho realizzato un software per insegnare loro le lettere.
Con quali risultati?
I risultati sono stati molto apprezzabili fin da subito ma non ero soddisfatto. Mi rendevo conto che imparavano in modo meccanico e non era quello che desideravo. Io volevo coinvolgerli con tutti i sensi. 
Spiegare le lettere attraverso i sensi?
Esatto. Una volta una bambina mi chiese se poteva pesare una lettera, capisce che domanda mi ha posto? I bambini hanno necessità di sperimentare le cose. Il globalismo affettivo tenta di seguire le loro esigenze, di parlare il loro linguaggio.
Ci spiega come si svolge una lezione?
La classe si trasforma in un palcoscenico. Il maestro racconta una storia fantastica, come fosse una voce fuori campo, mentre i bambini sono invitati a mimare e a far vivere la storia narrata. Vivendo la storie costruiscono le lettera avvalendosi di tutto il corpo: unendo le mani, le teste, spostando le gambe...  
E dopo la "recita" cosa succede?
I bambini rivedono la storia appena narrata in un filmato che è proiettato in classe.
Il filmato è il video della loro recita?
No, è un'animazione di figure, una sorta di cartone animato, a cui però i bambini sono invitati a partecipare attivamente.
Partecipare come?  
Commentando il filmato facendo domande... Di norma i piccoli studenti sottolineano le differenze tra ciò che hanno realizzato e ciò che hanno visto, e intanto fissano nella mente i concetti, le storie, le immagini, insomma imparano. Nei filmati sono presenti anche dei giochi che svolgono sempre in classe. 
Perché usare proprio la fantasia?
Perché i bambini hanno grande capacità d'immaginazione. Sanno costruire mondi fantastici. Mentre giocano fanno vivere oggetti inanimati di qualunque forma. Perché non usare questa capacità di fantasia alle lettere? 
Il metodo sfrutta il modo con cui il bambino percepiscono la realtà?
Il globalismo affettivo si sviluppa e si ritaglia sulle capacità del bambino. Siamo noi adulti che dovremmo imparare ad avvicinarci al loro mondo, sempre tenendo presente che ogni bambino è diverso e speciale. 
Cambia a seconda del contesto e del bambino?
Per quanto possibile si. Il metodo è uno ma l'insegnate ha la libertà di gestirlo e interpretarlo come meglio ritiene a seconda del contesto. Il fatto poi che si lavori in gruppo, porrà anche l'insegnante, nella condizione di scegliere e  coinvolgere bambini diversi a seconda delle diverse capacità o difficoltà. 
Spieghiamo meglio questo concetto?
Se in classe c'è un bambino che fa fatica ad esprimersi, si tenterà di coinvolgerlo ponendolo al centro del gioco. Se poi il bambino è bloccato a parlare di fronte alla classe, allora il maestro darà voce alle sue emozioni e idee, coinvolgendolo poco per volta. Rispettare i tempi è importante.
A proposito di tempi: in classe i bambini imparano tutti e tutti insieme?
Imparano tutti. Poi certo ci saranno bambini più rapidi e quelli più "lenti". E su questo punto vorrei aprire un ragionamento: il metodo è particolarmente utile anche per individuare particolari difficoltà e possibili problematiche su cui intervenire. In ogni caso sarà compito del maestro capire e trovare il modo migliore per coinvolgere il bambino. Parliamo di bambini non possiamo barricarci in certezze per tutti uguali. La sperimentazione e l'ascolto sono fondamentali.
Il metodo è stato adottato anche alla scuola d'infanzia perché?
Il metodo è partito per rispondere a bambini problematici. E' stato poi adottato nelle scuole per bambini normodotati e, visti i risultati, l'abbiamo sperimentato nella scuole d'infanzia. Inizialmente pensavamo di portare il globalismo affettivo ai bambini di 5 anni, ma nelle classi miste, abbiamo visto che anche i bambini di 4 o di 3 riuscivano a seguire queste storie magiche...
Non crede che anticipare l'apprendimento possa creare danni?
Personalmente sono contro alla pre-scrittura e alla pre-lettura. Per fortuna sono molte meno le scuole d'infanzia dove ai bambini viene imposta la scrittura di pagine e pagine di lettere. L'unico risultato è far odiare la scuola. Il globalismo affettivo quando viene applicato alla scuola d'infanzia ha lo scopo avvicinare al mondo delle lettere i più piccoli, con attività che coinvolgono il corpo, il movimento, il gioco ecc Se poi i bambini di loro iniziativa vogliono disegnare lettere, beh allora perché no? Non poniamo limiti  alle loro capacità e necessità.