Ius soli e i diritti dei bambini

BolognaNidi











In Italia oggi è cittadino italiano chi nasce da un genitore italiano, chi viene adottato o riconosciuto da un genitore italiano, chi viene al mondo su territorio italiano senza essere riconosciuto. Questo vale per i bambini, i minorenni. Questo è ciò che lo Stato Italiano sancisce. 
Se il testo di legge, impropriamente chiamato "Ius Soli", venisse approvato sarebbero cittadini italiani i bambini figli di genitori stranieri che abbiano un permesso di soggiorno di lungo periodo e che lavorano e vivono da almeno 5
anni in Italia. Con questi se e ma, allora i genitori potrebbero far richiesta per il loro bambino per avere la cittadinanza italiana. 
Per tutti gli altri bambini che nascono qui, vivono qui, vanno a scuola qui, e sono figli di genitori stranieri, e che però non rispondono ai requisiti sopra elencati, ecco, loro non sarebbero cittadini italiani.
In USA esiste e viene applicato il vero Ius Soli. Questa legge molto semplicemente si regola così: chiunque nasca sul territorio americano è cittadino americano, con tutti i diritti e i doveri che la cittadinanza comporta. Senza se e senza ma.
Invece in Italia si chiama e si legge ius soli, ma si tratta di qualcos'altro.
Su temi tanto delicati in cui un principio ideologico si accompagna a faccende pratiche di vita comune, non si dovrebbero fare compromessi. La politica dovrebbe avere la forza di arrivare al cuore del problema sancendo un diritto per tutti i bambini. Questo testo di legge invece è un compromesso, una via di mezzo, che non stabilisce un vero principio e non renderebbe tanto più semplice la vita di un bambino nato in Italia da genitori stranieri.
I miei amici stranieri che vivono da anni in Italia e che hanno 4 figli, hanno dovuto affrontare la questione ogni volta in modo diverso, per ogni figlio, perché le regole sono cambiate nel tempo. Loro non si sono scomposti di fronte alla ius soli, che invece pare appassionare i nostri politici. 
E mentre i radicali hanno lanciato la "sfida" di uno sciopero della fame (anche quello non troppo convincente di 24 ore e via...) molti deputati del Partito Democratico hanno seguito l'esempio: compresa Rosi Bindi e il ministro Del Rio. Detta così pare quasi che il testo di legge sancisca chissà quale principio fondamentale, ma non è proprio così nei fatti...nei fatti pare più una carnevalata poco divertente e affatto appassionante.
Questa legge non sancisce un vero diritto per i tutti i bambini. E a decidere per i bambini dovremmo esserci noi adulti, tutti noi e non solo i genitori, siamo chiamati a rispondere, a difendere e a rendere liberi. Semplicemente non lo stiamo facendo e pedagogicamente parlando, stiamo dando anche un cattivo insegnamento ai bambini italiani e non italiani, a cui stiamo insegnando che non siamo proprio tutti uguali ma diversi a seconda della posizione lavorativa del genitore.