Nidi in Emilia Romagna: quali novità? Parola a Raffaella Sensoli

 
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Parola a... Raffaella Sensoli è consigliere in Emilia Romagna per il M5S. Da tempo sta seguendo la delibera, che è stata votata il consiglio la scorsa settimana, e che riguarda i nidi e il loro funzionamento. I cambiamenti cambiano gli orari d'apertura, le modalità d'accreditamento e altro ancora. (Ne abbiamo dato notizia qualche giorno fa). L’approvazione in via definitiva avverrà con la votazione in giunta tra breve. La Sensoli ci restituisce una lettura del testo di legge trasversale e la commenta tenendo presente i lavoratori, i bambini e le famiglie. Seguiamo insieme il ragionamento.
Un commento generale alla direttissima. In linea generale possiamo dire che viene abrogata una legge, la legge regionale 1-2000, per riscriverne una nuova, che però sul piano formale presenta poche novità. Le nostre perplessità sono molte, il testo è di difficile lettura. 
Ad esempio quali perplessità? Direi che si è spianata la strada all'estenalizzazione dei servizi alle cooperative che lavorano nel settore e che potranno operare fornendo semplici autocertificazione. Si riduce poi la diffusione dei servizi. Il testo non fa riferimento ai micronidi o alle taggesmutter e peggio si riduce la qualità dei servizi. Diffusione e qualità sono due bisogni concreti della società a cui non si da risposta.
Come funzionerà l’autocertificazione? I servizi accreditati potranno presentare un autocertificazione per confermare gli standar qualitativi richiesti per lo stesso accreditamento. Autocertificare non è la stessa cosa che essere sottoposti a controlli da parte dall'Ente gestore.
Il rapporto numerico invece non cambia. Falso! Prima il rapporto numerico era definito chiaramente sul numero dei bambini iscritti. Ora il rapporto sarà definito sulla base all'età del bambino e a margini di flessibilità organizzativa che però non sono chiari e saranno definiti con la delibera di giunta.
Altre perplessità? Non viene fatta menzione di alcun contenimento dei costi delle rette. Le rette oggi sono alte e sono il primo fattore di rinuncia da parte delle famiglie. Chi maggiormente soffre di questa situazione, siamo noi donne, la fascia più debole dei lavoratori.
Insomma rette alte significa donne a casa del lavoro? Detta senza perbenismi, si, significa esattamente questo. Offrire più varietà di servizi, orari più elastici e rette calmierate, potevano essere modi concreti di aiutare le donne oltre che i bambini. Invece dal testo di legge spariscono anche gli albi di educatori.
Cosa sono gli albi? La regione formava albi di educatori qualificati e che metteva a disposizione della famiglie che scegliessero modalità di cura e conciliazione alternative al classico nido. Da una parte la normativa richiede il titolo di laurea per gli educatori, dall’altra cancella gli albi in cui erano inseriti i nominativi di personale formato. Una schizzofrenia inspiegabile.
L'apertura ad orari e calendario è positiva? Forse mi sbaglierò, ma scorrendo più volte il testo di legge, non ho individuato un esplicito cambiamento rispetto agli orari. Detto questo c'è da fare un ragionamento. 
Quale ragionamento? Se il servizio tiene aperto più ore durante il giorno e per più giorni, gli stessi servizi dovranno impiegare più personale. Con che soldi? Molti comuni infatti hanno già dichiarato che, nonostante la possibilità teorica, manterranno gli stessi orari. Per i privati il discorso è diverso.
Perché diverso? Se il privato affronterà più spese, significa anche che dovrà aumentare i guadagni. Come? Aumentando le rette? Oppure pagando meno i lavoratori che magari saranno costretti a lavorare di più? Con quali carichi di stress? 
Ci sono novità rispetto ai diritti dei lavoratori? Non direi. Nonostante le grandi differenze che esistono tra i contratti dei lavoratori pubblici e quelli del privato che gridano vendetta, la questione non si è nemmeno sollevata. Noi del M5S abbiamo più volte chiesto che nei bandi per l'accreditamento venisse inserita una clausola di parificazione dei diritti contrattuali, ma non c'è stato nulla da fare.
Nel testo di legge c’è un riferimento alla prevenzione dello stress del lavoratore? E’ certo positivo che ci sia un riferimento. Dovremmo capire come saranno definiti i parametri.