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Dignità per il lavoro educativo: in piazza per una manifestazione pacifica
Cronaca
bambina. Tutti
i giorni i deputati della VII commissione (cultura, scienza, e
istruzione) ricevono una lettera che in modo gentile, ma fermo, fa
richieste precise. Il testo della missiva lo potete leggere per
intero di seguito. A scrivere
sono i tanti educatori e pedagogisti
laureati che chiedono venga approvata in modo celere il ddl 2443
Disciplina
dell’educatore socio pedagogico e del pedagogista.
Il fatto è che questo testo, chiamato anche legge Iori (dal nome di
Vanna Iori la prima firmataria) si è arenato dopo un lunghissimo
lavoro. Da luglio è fermo e non prosegue oltre il suo cammino verso
l’approvazione definitiva. Qualcuno vi ha risposto? Chiedo ad
un'educatrice di Cagliari. "Solo l'Onorevole Blundo...il fatto è
che sono stati presentati diversi emendamenti, dall’Onorevole
Francesca Puglisi e la legge non riesce ad essere approvata. Noi
chiediamo che la senatrice Puglisi ritiri gli emendamenti e che il
testo sia approvato quanto prima”. Ma
perché è importante che venga approvata entro breve?
“E’
una questione politica. Finita questa legislatura non sappiamo che
fine farà il disegno di legge. E
tutti
noi, educatori e pedagogisti laureati, stiamo aspettando da tanto, da
trent’anni!”. Il disegno
di
legge è stato scritto in modo condiviso e partecipato, mi assicurano
le voci di educatori e pedagogisti che ascolto, ha avuto un lungo
iter per trovare la definizione attuale ma...
“Mentre
la legge Iori non viene approvata –
continua
l’educatrice sarda- l’Onorevole Lorenzion ha presentato un altro
ddl rispetto alle professioni sanitarie. In quel testo di legge gli
educatori e i pedagogisti laureati scompaiono, non se ne fa alcuna
menzione”. La legge Iori invece definisce i
ruoli
e le mansioni. Scrive a chiare lettere che titoli di studio
necessitano per svolgere il ruolo di educatore
e
quali
ruoli si possono svolgere indicando anche i
contesti.
Insomma si fa
chiarezza
rispetto ad una professione che oggi non ha un’ordine
professionale. E senza riconoscimento giuridico non si ha
la
possibilità di definire
una
chiara contrattazione. Ma
non avere un ordine professionale:
cosa
significa?
Oggi
ci sono tanti educatori formati con titolo di
laurea
che
lavorano per
soggetti
privati, per pochi soldi, e ad
ora.
“Eppure noi educatori e pedagogisti in Italia siamo tanti- racconta
un pedagogista siciliano-
oltre
200000 ma siamo
pressoché
invisibili! Svolgiamo un lavoro importante, a volte, molto
importante: presso le comunità di recupero, presso i centri di
aggregazione, nelle scuole con
i
maestri del sostegno e in molti altri contesti... ma purtroppo non
siamo
riconosciuti
o
tutelati.
Il nostro lavoro oggi lo possono fare anche li psicologi o i
sociologi mentre noi non educatori non possiamo fare il loro lavoro!
Perché questa disparità?” Infine il testo della lettera lo
potete leggere qui di seguito, domani, in modo in molte università
si svolgeranno manifestazioni “pacifiche e pedagogiche” per
portare attenzione al
tema.
Le piazze che aderiranno sono: Cagliari, Palermo, Messina, Cosenza,
Fossalta di Piave, Albissola, Savona, Bergamo e Monza. Testo della lettera: “Si
afferma sempre più frequentemente il valore dell'educazione in tutti
gli ambiti (educare al rispetto, educare al senso civico, educare
allo sport, educare alla responsabilità, alla genitorialità e
l'elenco potrebbe continuare). Pertanto, com'è possibile che si
ribadisca continuamente la necessità dell'educazione e
contestualmente si stia tentando di annullarne i suoi massimi esperti
(pedagogisti e educatori laureati in scienze dell'educazione), non
giungendo all'approvazione immediata del DDL S 2443 (a prima firma
Iori)? Il corso di laurea in pedagogia, successivamente
denominato in scienze dell'educazione, nasce nel 1936. Attualmente,
siamo nel 2017, Educatori e Pedagogisti attendono che il proprio
mestiere possa finalmente ottenere la dignità normativa che merita".
Cordiali Saluti