Rette alla scuola d'infanzia: cosa ne pensano le mamme?


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"Da un comune che ha dato una biblioteca pubblica in gestione ad una cooperativa, da un'amministrazione che ha escluso dai nidi i bambini non vaccinati, non mi aspettavo nulla di diverso!" Mi dice Mariella Pichi, madre di
cinque figli, che ormai ha maturato una certa esperienza in fatto di scuole. E continua "Usare il principio pedagogico del pasto per introdurre la retta poi....è davvero una presa in giro sfacciata. Mah! Vogliono equiparare scuole comunali alle scuole private, visto ormai che per entrambe ci chiedono una retta, allora che diano le stesse sovvenzioni che danno alla private!" Mariella è il primo genitore che incontro per chiedere cosa ne pensano della nuova retta, che da settembre prossimo verrà applicata alle scuole d'infanzia comunali (previa votazione in consiglio). La cosa che più colpisce, ma non stupisce, è che la maggior parte dei genitori non sa nemmeno di cosa si stia parlando, mentre tanti altri non vogliono rispondere. 
Consuelo è madre di quattro bimbi. Il più piccolo è ancora al nido" Sai cosa ti dico?- mi chiede con uno sguardo fermo - "Non mi stupisce più nulla! Se questa manovra fosse stata fatta solo due, tre anni fa, forse mi sarei stracciate le vesti. Ora non mi importa più. Non so nemmeno se riuscirò ad entrare alla scuola d'infanzia e questo dopo aver frequentato il nido!" 
Circa dello stesso parere è Federica, giovane madre di due bambini piccoli "So poco di quel che mi chiede. Con due bambini piccoli, uno all'infanzia, e l'altro a casa, ho poco tempo di informarmi. Oggi a scuola alcune mamme commentavano questa nuova retta. Io del resto devo pensare a come fare con il piccolo che non va al nido. Se me l'avessero preso avrei pagato più di retta di quanto guadagno con il lavoro. Devo pensare al lavoro dove mi pagano solo per le ore che faccio, senza alcun diritto e senza malattie. Davvero non ho tempo per pensare a questa novità".

Silvia Moscatelli è mamma di tre bambini, due sono ormai alle primarie e una andrà all'infanzia tra due anni. Lei  risponde volentieri alle mie domande "Cosa cambierà a livello pratico, francamente mi sfugge. Ma sono comunque perplessa. Il fatto è che si crea una differenza tra la scuola statale e quella comunale e questo non mi piace. Due dei miei figli hanno frequentato le scuole comunali Follereau. Le ho scelte per convinzione ed è stata per entrambi una bellissima esperienza. Ora per l'ultima figlia, che finalmente è riuscita ad entrare al nido, non so se rifarò la stessa scelta. Forse la iscriverò alla scuola statale Marella, che alla fine è anche più comoda da raggiungere. Io sono quasi certa che prima o poi la retta aumenterà." Finalmente riesco a raggiungere anche un papà, dopo aver ascoltate tante mamme. 
Paolo ha un tono di voce pacato "Non mi è del tutto chiaro cosa cambi. Ad ogni modo mi lascia perplesso. Tra le cose pratiche a cui ho pensato è che se oggi il bollettino per la mensa lo posso scaricare dalle tasse, non so se potrò fare altrettanto con la retta della scuola e questo francamente mi disturba".
Lascio ora i genitori e raccolgo le parole scritte, tra le tante telefonate e alcuni incontri diretti. Tra le tante domande poste e raccolte da queste conversazioni, ne emerge una sopra le altre. E' una domanda di Mariella che mi chiede "Quello su cui mi interrogo davvero è: cosa andremo a votare alle prossime elezioni? Dovremmo scegliere tra gli incompetenti e i cialtroni oppure votare per i competenti disonesti? Questa città non mi piace davvero più!"