A Bologna: #ScuolaDigitale. Cosa ne pensano i ragazzi?


BolognaNidi












Cronaca Bambina. Sono stati tre giorni intensi e ricchi di appuntamenti, idee e presentazioni di progetti tutti, o quasi, dedicati alla #ScuolaDigitale. Bologna ha ospitato “Futura” nell’elegante cornice di Piazza Maggiore. L’evento ha registrato il passaggio di oltre 9mila persone tra addetti ai lavori, studenti e insegnanti. Il Ministero dell’Istruzione in collaborazione con il Comune di Bologna ha fatto il punto sui temi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e sulla sua attuazione. L’ho visitata, ho curiosato tra gli stand e ho intervistato sopratutto i ragazzi. Ecco cosa ho scoperto e visto.



Il clima che si respirava passeggiando tra la piazza, dove sono stata allestite dei grandi iglù trasparenti per ospitare laboratori, e il Palazzo Re Enzo, dove si sono 200 workshop di formazione e conferenze, era effervescente, si palpava la voglia di fare, di creare e di incontrarsi.
Al primo piano di Palazzo Re Enzo erano esposti alcuni progetti tecnologici realizzati in scuole di ogni ordine e grado e provenienti da tutt’Italia. 


 
Aggiungi didascalia














Liceo Flacco di Napoli presenta una borsa che s’illumina
Mi avvicino per farmi raccontare da uno studente alto e disinvolto “Durante un percorso di alternanza scuola lavoro abbiamo simulato un’azienda per realizzare un prodotto innovativo e rivoluzionario. La nostra azienda si chiama Eureka una parola greca che abbiamo scelto essendo noi un liceo classico. Il nostro prodotto si chiama “Flash b” ed è una borsa che quando si apre si illumina per risolvere un problema comune alle donne: cercare gli oggetti all’interno”.
Per realizzare l’azienda avete litigato? Volevate fare tutti la parte creativa? Chiedo al ragazzo che si apre in un bel sorriso “Proprio il contrario! Volevano fare tutti il segretario, nessuno voleva assumersi troppe responsabilità. Poi il progetto è partito e anche se qualcuno è rimasto fermo alle idee iniziali, molti di noi si sono appassionati e abbiamo lavorato tanto. Poi Flash b ha vinto diversi premi fino ad arrivare qui oggi. E’ stato davvero molto stimolante.” 

 

 

















Il complesso musicale dell’Istitutotecnico Marconi di CampoBasso
Vagando ancora per la sala dei progetti, non posso che essere attirata da una ballerina robot che balla con un tutù azzurro. La ballerina segue la musica di altri 4 robot: batterista, chitarra, tastiera e basso che suonano insieme. Magia? No il progetto della istituto tecnico Marconi di CampoBasso che mi viene illustrata dal professore. Ha in mano dei piccoli pezzi metallici
Questi sono i meccanismi che fanno muovere tutto! Abbiamo lavorato al progetto moltissimo. I ragazzi per capire la tecnologia devono metterci direttamente le mani, sperimentare, sbagliare e riprovare. Ci è costato tantissimo lavoro ma ne è valsa la pena, perché abbiamo avuto tanti riconoscimenti!”


Cagliari Liceo Pacinotti Dopo CampoBasso approdo a Cagliari. E incontro i ragazzi del liceo scientifico Pacinotti. Loro hanno progettato un’app molto interessante che si chiama: Paninotti. A Cosa serve? A saltare la fila per comprare la merenda durante l’intervallo. Lo studente di Cagliari mi spiega e mi mostra su uno schermo, dove tutto funziona molto bene, come si può pagare e come si può sceglie e ordina, fin dal giorno prima: pizza, panini, frutta e bibite. Il sistema si può esportare in altre scuole.

Scuola primari e d’infanzia IC 6 Imola Ci sono anche le scuole primarie e d’infanzia a Futura. L’IC 6 di Imola presenta un progetto dedicato alle donne scienziate. Una serie di attività, realizzate all’interno del bando della presidenza del consiglio dei ministri, rivolte alle bambine e ai bambini per scardinare vecchi stereotipi di gender. La maestra che incontro mi racconta che “I bambini non avevano grandi steriotipi abbiamo lavorato bene fin da subito”. Con l’aiuto della tecnologia hanno realizzato dei robottini per svolgere attività didattiche.


Cosa raccontano i ragazzi della scuola? 

 Lasciando questa piccola fiera, non prima di aver votato il progetto più bello, ritorno in piazza. Qui sono tanti i ragazzi e le ragazze in giro. Sono seduti sui gradini, in piedi a chiacchierare, qualcuno ride e molti sembrano stanchi. Mi avvicino a piccoli gruppetti per qualche domanda. Sono felici del diversivo che gli propongo e riversano idee, opinioni e battute al piccolo microfono che gli propongo. Il primo a “farsi sotto” è un ragazzo alto che fuma ed è particolarmente disinvolto. Viene da Bologna dall’istituto Tecnico Commerciale e per Geometri CRESCENZI – PACINOTTI. La prima domanda che gli rivolgo è “durante l’intervallo uscite in cortile” “ Certo!” Mi rispondono quasi in coro “E cosa fate in cortile?” “Giochiamo, fumiamo, chiacchieriamo a volte scoppiano anche risse per le tipe...”  
 Perché siete venuti qui oggi?
Perché ci hanno detto di venire. Così le ore che passiamo qui ci valgono come alternanza scuola-lavoro” In molti hanno già sperimentato l’alternanza scuola lavoro e le reazioni sono diverse
Io l’anno scorso avrei dovuto farla ma l’ho saltata, e per questo mi hanno bocciato” Gli altri ragazzi intonano “Stava pensando alla tipa!” Qualcuno invece mi racconta “Non è stato male...”
A me è servita perché mi hanno fatto lavorare per davvero”
Ma a scuola vi trovate bene? Vi piace la vostra scuola?
Si” mi rispondo coro senza esitazioniNon è che sia tutto perfetto eh, però, si sta bene” un ragazzo che fino ad ora è stato in disparte racconta
I prof ti lasciano liberi: se vuoi ascolta altrimenti fatti tuoi, non ti impongono cose da fare per forza” A questo punto l’attenzione si sposta sul passato interviene un altroI miei genitori mi raccontavano di insegnanti che picchiavano, ora è tutto diverso, i prof non impongono per forza, fanno scegliere”  
A questo punto lascio i ragazzi i ragazzi di Bologna e incontro quelli di Mantova di un altro istituto tecnico. Qui ci sono anche ragazze “Ragazzi- chiedo- ma voi uscite all’intervallo?” “A volte, quando si può, non sempre”
Vorreste uscire di più? “Ma insomma a scuola ci stiamo 5 ore al giorno, poi siamo fuori e non siamo nemmeno troppo impegnati dai compiti, cioè va bene, ce la caviamo”
Anche questo gruppo di ragazzi è entusiasta della scuola e sopratutto della giovanissima prof di italiano che ci raggiunge per ascoltare.
Alternanza scuola-lavoro com’è andata chiedo loro?
Anche in questo gruppo le esperienze sono molto diverse. Una studentessa mi dice che ha visto davvero quello che studia a scuola e le è piaciuto molto (ha svolto il tirocinio in un’azienda di vetri) un altro ragazzo piuttosto timido invece racconta che l’azienda dov’è andato “Mi hanno parcheggiato a fare niente, non ho visto niente e mi sono annoiato a morte”.
Avete intenzione di continuare a studiare? La maggior parte, no, qualcuno pensa a ingegneria…
Cosa cambiereste dalle vostre scuola? La maggio parte dice che la scuola “ niente di particolare, è ok” Ma la carta igienica c’è in bagno? Chiedo tra le risate generali “Ma va! E’ un miracolo se la trovi e per il bagno delle femmine si devono chiedere anche le chiavi, perché è successo un casino... hanno trovato delle tipe che fumavano e allora...”
A questo punto saluti anche gli studenti di Mantova e mi fermo in piazza ad osservare. Si respira un’aria frizzante, tanti giovani tutti insieme, sono davvero una bella energia. Si parla molto spesso della scuola in termini negativi ed è bello incontrare anche una scuola d’eccellenza che piace ai suoi studenti, incontrare facce sorridenti, incrociare occhi limpidi e professori attenti.


Il comunicato del Miur con tutti i numeri
http://www.miur.gov.it/web/guest/-/scuola-fedeli-a-futura-la-sfida-dell-innovazione-si-vince-sviluppando-spirito-critico-e-responsabilita-