Aprono nuovi poli educativi 0-6 e si riducono posti nido

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Cronaca bambina. La notizia la riprendo da un post pubblicato su FB a firma di  Cristina Zamboni rsu Autonomia Democrazia Insieme (ADI). Il fatto succede in due nidi bolognesi, entrambi in un quartiere di periferia, il quartiere Savena. I ndi si trasformeranno in due poli 06. L'annuncio, racconta lo scrivente, "viene dato durante il collegio docenti, quando le educatrici di un nido Pezzoli, illustrano il nuovo progetto realizzato in questi mesi nel stesso nido. Il polo educativo 0-6 che sarà costituito da una sezione di nido e da una sezione di scuola dell'Infanzia non sarà gestito da insegnati ma dalle stesse educatrici del nido, in possesso del diploma di scuola d'infanzia". Non si tratta di una novità bolognese perché da almeno un paio d'anni anche il comune di  Parma ha adattato il sistema di continuità tra nido e scuola in questo modo.
Dopo il nido Pezzoli seguirà il Nido Roselle da settembre 2018 trasformandosi da semplice nido a polo educativo 0-6 anche qui le educatrici di nido con titolo riconosciuto insegneranno alla scuola d'infanzia. Il tutto, secondo Zamboni "E' già deciso e  verrà illustrato ai genitori durante gli open Day". Il post che è molto lungo, continua con alcune rivendicazioni. Il fatto più clamoroso per i genitori del quartiere è che i posti nido saranno ridotti. "Come RSU ADI esprimiamo la nostra contrarietà che manifesteremo subito all’Amministrazione e all'Istituzione Educazione e Scuola. E' inconcepibile costruire poli diminuendo i posti al nido e assimilando la scuola dell’infanzia al nido. Due obiettivi assolutamente sbagliati.....la scuola dell’infanzia ha non solo un proprio ordinamento, ma anche, dal 2012, specifiche Indicazioni Nazionali per il Curricolo, che la inseriscono a pieno titolo in uno sviluppo unitario di competenze dai 3 ai 14 anni. Senza negare la validità della continuità fra nido e scuola infanzia, nonché dei poli 0-6, è evidente che non si possono mescolare, in modo del tutto improvvisato e superficiale, le specificità dei diversi segmenti educativi, né confondere le graduatorie e le immissioni in ruolo di educatrici ed insegnanti. Ciascuna categoria ha avuto proprie valutazioni, specifici concorsi , specifiche graduatorie e non si possono sottrarre posti alle insegnanti spostando, al di fuori di ogni norma statale e comunale, le educatrici di ruolo sui posti delle insegnanti, innescando l’ennesima guerra tra poveri. In questo modo infatti si sottraggono posti alle insegnanti che hanno fatto un concorso e stanno aspettando, dopo anni, un posto di ruolo, mentre si fa intravedere alle educatrici il rischio di rimanere senza posto, se non si riciclano. Come sempre, questa politica, che ha perso la bussola, si ripercuote sulla qualità dell’educazione dei bambini. ADI interverrà immediatamente nei confronti di IES e si augura che anche le altre organizzazioni sindacali lo facciano".

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