Mamme al lavoro. In un anno quasi 30 mila danno le dimissioni












Cronaca bambina Sono tante le donne in Italia che lasciano il lavoro dopo il primo figlio. Sono tante e sono in aumento. Rispetto all'anno precedente si registra infatti un incremento a segno positivo del 12%. I numeri che presentiamo si riferiscono al 2016 e sono interessanti anche rispetto ai servizi educativi rivolti all'infanzia. Quest'anno per la prima vola sono comprese nel report anche la Regione Sicilia e delle province autonome di Trento e Bolzano. Lo studio è a firma dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro che ha lavorato, per redigere cifre e le percentuali, con l'ufficio della consigliera delle pari opportunità.


I genitori che hanno presentato dimissioni volontarie  o risoluzioni consensuali nel 2016 sono stati 37.738. Le risoluzioni consensuali si fermano al 3%, mentre le dimissioni volontarie sono quasi sempre presentate dalle donne e sono pari a 29.879
 
Faccio la mamma o resto al lavoro?

Le mamme che hanno lasciato il lavoro rappresentano il 79% del numero totale delle dimissioni volontarie. Il 44% delle mamme motivano questa scelta per le tante difficoltà incontrate a conciliare tempo lavoro e famiglia.  

Datemi un nido e rimango al lavoro
 
Il mancato accoglimento al nido rappresenta la principale motivazione delle dimissioni, pari al 65%. La mancanza di parenti di supporto per la cura dei bambini si aggira attorno al 40%. Gli elevati costi per la cura dei bambini (compreso l'affido ad una babysitter) incide come terzo elemento di difficoltà. Le donne che hanno presentato le dimissioni e hanno trovato impiego altrove sono 5261.  

I papà e il lavoro
 
Per gli uomini la situazione è molto diversa. Sono 7.859 gli uomini che hanno lasciato il lavoro, e di questi, 5.609 sono passati a lavorare in altre aziende. Ad ogni modo, rispetto all'anno  2015, i padri-lavoratori che si sono licenziati sono comunque in aumento + 34%.

Operaia, dipendente, dirigente...

Forti differenze esistono tra le varie tipologie di lavoro. Le madri dirigenti che hanno presenta dimissioni sono 153, le impiegate sono 14.021 mentre le operaie sono 14.081. I lavori prettamente femminili sono quelli che contano più licenziamenti. 12.601 per il commercio e 13.369 nei servizi. 

Età, numero dei figli e numero delle dimissioni

Le difficoltà maggiori si presentano tra i neo-genitori compresi nella fascia d'età 26- 35 anni, ma significativa rimane l'incidenza anche per l'età compresa tra 36 anni e i 45. I neo genitori al primo figlio che presentano le dimissioni sono oltre 21 mila, mentre chi è al secondo figlio 10.900 circa.  

Alcune considerazioni 

Questi dati, rispetto al lavoro dei genitori, si posizionano per certi aspetti in modo differente rispetto ai dati che si riferiscono alla crisi delle nascite e alla crisi dei nidi. La prima difficoltà che le mamme incontrano non è dovuta ai costi, che spesso sono percepiti e descritti come la prima difficoltà dei genitori. 
L'impossibilità di frequentare un nido si posiziona la prima difficoltà da parte dei genitori a gestire famiglia e lavoro. 
L'orario ridotto per le donne-madri, pare da questi dati, poco influente. Su oltre 29mila dimissioni, sono state presentate 4462 domande per un lavoro part-time (oltre la metà, esattamente 2623 domande, non sono state soddisfatte). 
La mancanza di un sostegno da parte dei parenti si classifica come seconda causa per la dimissione e solo dopo la mancanza di un servizio di accudimento. Questo dato ci dovrebbe far riflettere. Qualcosa anche in Italia sta cambiando, nella mentalità dei neo-genitori, che dalla lettura di questo report, pare preferiscano mandare i bambini al nido piuttosto che affidarli ai nonni. 

Potete leggere lo studio completo da qui.