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Parole e Pensieri... L'annuncio di Pietro Grasso è stato semplice e diretto senza fronzoli o incertezze: "Aboliamo le tasse Universitarie" Lo ha dichiarato durante un incontro pubblico di Liberi e Uguali e non si è limitato a dire cosa vorrebbe fare, si è anche lanciato anche a dare numeri. Quanto costerebbe eliminare le tasse all'università? Semplice: 1,6 Miliardi. Come accade immancabilmente,  l'annuncio, ha generato una netta divisione tra chi è contro e chi è pro. Chi è contro sostiene che la manovra è iniqua e di "destra"..."All'università ci vanno solo i ricchi" Chi è a favore cita numeri percentuali e statistiche, tutte corrette, e tutte ugualmente valide per tirar acqua al mulino. 
Ma il problema sono le tasse all'università?



C'è scuola e squola...

Il nostro sistema scolastico fa acqua da tutte le parti e la fa da tempo immemorabile. Dai miei 44 anni d'esperienza ripenso alla mia scuola. E francamente non ricordo un luogo più noioso, soporifero e brutto a vedersi. 
Le scuole elementari erano pubbliche, erano vicine a casa, erano anche ben conservate nella struttura, ma ginnastica non si faceva,  perché la palestra cadeva a pezzi e non c'erano soldi per ripararla. La scuola era pubblica ma in fondo al corridoio viveva il prete, che fortunatamente per noi bambini, non era un vecchio brontolone e non era nemmeno troppo invadente. Ma visto che lui abitava proprio lì, con la perpetua, l'ora di religione si faceva d'obbligo e la preghierina di mattina anche...
Alle medie ho visti sfilare moltissimi professori. Tutti provvisori, tutti invariabilmente meridionali, molti sfaccendati e tristi. Qualcuno parlava un italiano tanto stentato, che noi studenti lombardi, facevamo fatica a capire...
Le superiori sono state una conquista. Centinaia di studenti arrivavano da tutta la provincia per frequentare l'istituto austero. La scuola fu stata aperta durante il fascismo, sotto la sapiente guida di un bravo artista (tutt'altro che fascista) Fausto Melotti. La struttura era tanto austera e "vecchia" che durante una lezione, nella grande aula di disegno dal vero, è caduta una pesante finestra in testa ad uno sfortunato studente...Per fortuna lui non morì e noi studenti (dopo lotte e manifestazioni riuscimmo ad ottenere un diritto, che ci sarebbe spettato ben prima dell'incidente, una ristrutturazione adeguata.  
L'università fu un pugno nello stomaco. Finalmente cultura e arte! Invece incontrai, tranne qualche meravigliosa eccezione, molto conformismo e tantissimo snobbismo... Cosa fa una studente di scuola d'arte e che per di più lavora all'università? Erano in molti a chiederlo e ancor di più a pensarlo.

C'è scuola, squola e poi c'è Skuola

Oggi le scuole le frequento da genitore. Rivedo molte facce stanche, ascolto tante ramanzine su come dovremmo essere noi genitori, e percepisco ancora tanto snobbismo. Ma le cose a scuola sono anche cambiate profondamente. 
Oggi  gli istituiti sono in concorrenza per gli iscritti. Se la tua di quartiere non ti piace, potrai sempre migrare in una scuola dove le persone siano un po' più simili a gente per bene (qualcuno ammette con un po' ipocrisia ci siano meno di extra comunitari). 
La novità sta poi nelle rette e nei soldi che circolano sotto banco. Perché oggi la scuola pubblica, che paghiamo con le tasse di tutti, sono scuole dove si paga tutto: la carta igienica, i libri di testo (spesso noiosi come quelli di 40 anni fa) la tassa facoltativa (che però è d'obbligo) oltre come ovvio il sevizio (appaltato)  della mensa, del trasporto,  del post e del pre scuola... 
Se poi la scuola è frequentata adeguatamente da "gente per bene" i genitori saranno anche in grado di pagare corsi aggiuntivi, un qualche centinaio di gite e visite fuori scuola ecc ecc...
La novità poi sta nei presidi. Oggi non sembrano più vecchi istitutori inflessibili, oggi sembrano dirigenti d'azienda, e non lo sono. 
Gli studenti, oggi più di ieri, sono pressati dal carico dei compiti che è travolgente. L'Italia è tra i paesi dove si studia di più e si fanno più compiti oltre le ore scolastiche. 
Nella nostra scuola serpeggia la competitività quella inutile e ostile, quella che scaccia a pedate in faccia, gli ultimi, per far emergere i primi. Se poi i primi sono anche i figli dei ricchi e dei laureati....beh nessuno può farci niente: così è la vita. 

Università senza tasse?

In questo quadro di sfacelo l'annuncio di eliminare le tasse all'università risulta piuttosto simpatico. Ogni 100 laureati più di 80 ha genitori laureati. Oggi come 50 anni fa, come scrivevano Don Milani e suoi, il figlio di Pierino sorpassa e corre avanti a falcate sempre più veloci rispetto a Gianni. Questo è, e rimane, un nodo grosso come una casa da sbrogliare. L'eliminazione delle tasse all'università, che non dovrebbero semplicemente esserci, non aggiusta e non sistema niente delle molteplici iniquità che la scuola genera, dall'infanzia fino alla vecchiaia. 
La scuola respinge gli ultimi, e su questi ultimi, un partito di sinistra ma anche di destra, dovrebbe investire e salvare se avesse a cuore il bene comune. 
Infine a proposito di cifre: qualche tempo fa Matteo Renzi dichiarò di voler aprire mille nuovi nidi con 3 Mld. Ancor prima Silvio Berlusconi, ai tempi in cui era ancora Cavaliere, ci promise 1 milione di posti di lavoro.  Penso che ognuno dei lettori possa ricordare cifre e promesse sui più disparati argomenti...sarebbe bello metterle tutte in fila, tanto per ricordarci che dovremmo smettere di credere e scandalizzarci per qualunque numero dato durante le elezioni per ricordarli invece a fine mandato.