Contro il razzismo? Un buon nido fa la differenza
















Parole e pensieri...Non è per portare sempre l’acqua allo stesso mulino, ma anche in questi giorni in cui tutti parlano e discutono di razzismo, per via i fatti di Macerata, il mio pensiero vola ai nidi. Perché diciamolo con poche parole e senza disturbare troppo gli esperti: un buon nido può fare molto anche contro il razzismo. Il concetto è sempre lo stesso: quando si educa bene, e fin dalla tenera età, i risultati che si possono ottenere sono tantissimi e si scalpellano nella mente delle nuove generazioni con precisione. Vediamo nel dettaglio tutti i perché.






Cos’è il razzismo?



Razzismo è una tendenza, un modo di comportarsi, che presuppone la superiorità di una razza rispetto ad un’altra. E’ un concetto errato alla base perché la scienza ci ha dimostrato che tutti gli esseri umani derivano da un solo “ceppo” ed è improprio parlare di razze diverse. Ma questa è una sottigliezza e non centra il problema. Il razzismo che incontriamo ogni giorno è altro. E’ la paura del diverso, è la voglia di trovare soluzioni rapide malesseri molto difficili da capire e correggere. Queste cause, la paura del diverso e la voglia di facili riverse, riguardano però gli adulti. I bambini di pochi anni semplicemente non hanno ancora raffinato e precisato la classificazione e la distinzione tra le persone e le paure.



Un buon nido: integra le famiglie



Bambini a parte, il fatto è, che frequentare un buon nido aiuta anche i “grandi”. Le relazioni tra genitori che si costruiscono al nido, sono difficilmente realizzabili dopo. Al nido gli adulti sono ancora particolarmente sensibili e ben disposti a confrontarsi, verso il nuovo compito che stanno assolvendo: quello di genitore. Al nido non ci sono i conflitti che si trovano a scuola. Non ci sono compiti da svolgere, non ci sono voti a giudicare, non ci sono note di demerito. Al nido ci sono persone che educano, ci sono bambini che ancora non parlano e ci sono i genitori, magari un po’ assonnati e molto stanchi, ma che hanno cuore e mente più liberi all’ascoltato (almeno rispetto ad altri momenti della vita). Al nido le relazioni tra diversi diventano più piane, più facili, perché ci si sente uniti e vicini delle nuove sfide e le nuove difficoltà che un bambino piccolo propone di continuo.



Un buon nido: integra i bambini



Un bambino di uno, due, tre anni non attribuisce nessun concetto o spiegazione al fatto che il compagno ha la pelle di un altro colore, ha gli occhi a mandorla o si chiama con un nome straniero. Per lui Abdul o Alessandro sono due suoni. Dietro al suono non c’è un pensiero. Un bambino al nido vede solo un altro bambino estraneo e diverso da lui. E se già da piccolissimo conoscerà un altro che parla anche un’altra lingua, che a casa mangia in modo diverso, o che pratica un’altra religione, lo comprenderà in modo profondo e diretto. Questa conoscenza sarà una ricchezza nell’immaginario, sia del piccolo Alessandro, che per il piccolo Abdul.



Un buon nido restituisce cultura



Ma la frequentazione di un buon nido fa ancora di più! E qui prendo il prestito gli studi degli esperti. Qualche anno fa, l’economista Daniela del Boca e la professoressa Silvia Pasqua, dimostrarono in un studio, prodotto per la fondazione Agnelli, che un bambino che frequenta un buon nido ha migliori risultati scolastici. Circa due anni fa il professor Valerio Belotti dell’Università di Padova, ha dimostrato che i bambini che frequentano un buon nido riescono a studiare di più e con migliori risultati, anche in condizioni di svantaggio iniziale. (leggi qui).



Ma cosa centra il razzismo con i risultati scolastici?



Centra. Riuscire a maturare migliori risultati scolastici per un bambino straniero, che non sempre ma spesso è anche povero, significa correre un po’ più avanti rispetto alla condizione di partenza. Questo correre avanti, non lo porta alla parità dell’altro, ma aiuta. Gli consente di vivere in una migliore relazione con il mondo che lo circondano. Questo correre avanti di Abdul, permetterà ad Alessandro, di non vedere sole le differenze tra lui e l’altro. Alessandro vedrà Abdul come ad un compagno di studi, un collega di lavoro ecc ecc prima che ad uno straniero. E consentirà ad Abdul di vedere Alessandro come un compagno, un collega, un amico ecc ecc prima che ad uno molto più avanti di lui. Questa condizione attenuerà il senso del razzismo che è sempre una risposta facile a problemi molteplici e difficili. E tutti questi accadimenti saranno possibili grazie alla frequentazione di un buon nido. Non è una risposta facile e nemmeno una risposta veloce, ma una risposta possibile. E visto da questa angolazione, in fondo, in fondo, i nidi non sembrano più nemmeno troppo dispendiosi da mantenere!