Vaccini: qual’è il vero problema?

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Cronaca Bambina Il ministro Beatrice Lorenzin risponde con un secco “No” alla richiesta del sindaco di Roma. Virginia Raggi nei giorni scorsi chiedeva "di far slittare l’obbligo vaccinale per i bambini che frequentano nidi e scuole d’infanzia" almeno fino a settembre per garantire così la continuità educativa ai piccoli. Leggi qui. Lorenzin rispondendo sottolinea “I bambini possono tranquillamente restare in classe anche dopo il 10 marzo, se i genitori dimostrano con documentazione proveniente dalla Asl di aver presentato la richiesta di effettuazione delle vaccinazioni". Eppure il dibattito continua e assume contorni più politici che sanitari o educativi. Ma il vero problema qual’è ? Vediamo insieme i dati relativi al tasso di copertura dei vaccini e il punto di vista  di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.

Marcello Pacifico: Vaccini: nidi e scuola
In un lungo e articolato comunicato stampa Pacifico spiega: “Il problema non è la campagna a favore (dei vaccini) o contro (i vaccini)... Il punto sta nella ragionevolezza di una norma che non può ottenere l’obiettivo prefissato, poiché in certe zone d’Italia meno del 30 per cento dei bambini fino a sei anni è iscritto agli asili nido e alle scuole dell’infanzia, per la cui frequenza è necessario avere fatto le vaccinazioni obbligatorie”. E aggiunge “La scuola e gli enti locali sono ovviamente coinvolti, ma in modo meno diretto. Si è trasformata una competenza puramente medico-sanitaria in un’incombenza amministrativa, introducendo un’alta mole di adempimenti, caricati sulle spalle di segreterie scolastiche già ridotte all’osso dalla cancellazione di 50mila posti negli ultimi anni e nemmeno supportate con adeguate immissioni in ruolo, visto che quest’anno è stato assunto appena un nuovo amministrativo ogni otto istituiti.” 

Vaccini? Quale diffusione tra Roma e Lazio
Ma in tutta questa polemica, dove gli schieramenti politici, si sono spostati con decisione da una parte o dall’altra delle barricata "Pro e Contro vaccini" come si stanno comportando i genitori romani? Stanno vaccinando o sono restii? Secondo i dati diffusi ieri dalla Regione Lazio il tasso di copertura dei vaccini obbligatori nella città di Roma e nella regione Lazio per Polio, Difterite, Tetano, Pertosse, Epatite B, Haemophilus influenzale di tipo B (esavalente) sfiora il 97%.  Incrementi fino al 96% anche per Morbillo, Parotite, Rosolia ed anche la Varicella, la cui obbligatorietà parte dai nati 2017 è molto alta. "Un risultato eccellente" scrive la Regione Lazio in un comunicato "Riteniamo pertanto che la cittadinanza e le strutture sanitarie ed educative abbiano compreso appieno l’importanza e l’utilità della copertura vaccinale, superando la cosiddetta soglia che rende immune la popolazione, ed ogni polemica rischia ora di generare solo disorientamento. Tutte le strutture sanitarie assieme all’ufficio scolastico regionale stanno collaborando nel migliore dei modi affinché sia garantito il diritto alla salute e il diritto alla formazione educativa".

Vaccini: la polemica continua
Il sindaco Raggi dopo la risposta del ministro ribatte: "Alla Lorenzin dico basta polemiche! Si tratta di una mozione votata anche dal Pd, una mozione di buonsenso che chiede semplicemente di applicare la legge e di far sì che i bambini possano finire questo anno educativo". E la Lorenzin replica: "La mozione del sindaco Raggi è una mozione irricevibile dal punto di vista giuridico, oltre che tecnico-scientifico. Vedremo se le amministrazioni locali faranno anche mozioni sul cancro, sulla genomica, sulle varie terapie... direi che la politica farebbe bene ad ascoltare le motivazioni della scienza e a organizzarle, sarebbe il suo dovere.”