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Cronaca
Bambina Si tratta di un modello di inserimento "importato"
dai paesi del nord Europa e che si sta rapidamente
diffondendo anche nei nostri nidi. Così l’inserimento dura solo tre
giorni, in questo tempo, bambino e genitori stanno sempre insieme dal mattino fino all’ora
della nanna. Secondo chi lo pratica l’esperienza è positiva: il
piccolo familiarizza con la routine, i genitori conoscono meglio il
nido, mentre gli educatori verificano le prassi familiari. Ma vediamo
insieme di cosa si tratta e come la questione è valutata e discussa
online tra gli esperti del settore.
Osservazione del
personale
I primi tre giorni il genitore e il bambino stanno sempre insieme. Durante il cambio del pannolino, mentre si gioca, mentre si legge o si mangia. L’educatore intanto osserva la famiglia,
entra in contatto con loro. Il quarto
giorno il bimbo rimane al nido, mentre l’accompagnatore se ne
torna alle sue solite attività. Secondo chi usa questo metodo i
bambini acquisiscono conoscenza con il nido e il personale in tempi rapidi.
Inserimento in tre giorni? Una questione di tempi
Chi l'ha sperimentato sottolinea come i tempi dei
bambini siano rispettati insieme ai tempi del lavoro della famiglia. Questa innovativa proposta, richiede solo 3/4 giorni di
ferie ai genitori invece di una lunga assenza dal lavoro che, a
volte, si è costretti a fare con un inserimento tradizionale.
Inserimento in tre giorni? Testimonianze positive
Online l’inserimento in tre giorni fa discutere. Le opinioni
sono molte, a volte, in netto contrasto. C’è chi testimonia
“Abbiamo osservato che già dal quarto giorno i bambini sono in
grado di riconoscere gli spazi e intuire i tempi. Il rapporto che si
instaura con i genitori è di fiducia assoluta mentre con l’altro
inserimento si creava dopo mesi...” Ma quanti inserimenti si fanno
contemporaneamente? “Al
massimo inseriamo 3 genitori. E per
quanto strano possa sembrare è
più facile, perché i genitori si confortano tra loro”
Inserimento in tre giorni? Tante domande
Ci sono invece educatori perplessi che interrogano i colleghi: “A
Bolzano, di norma, l’inserimento dura 10 giorni. Mi risulta
difficile capire come inserire i bambini in soli tre giorni.”
Qualcun’altra interviene e chiede “E’
possibile che ci sia un tempo stabilito a prescindere dal bambino? Mi
pare una comodità per i genitori, così dov’è l’attenzione per
i bambini?” C'è poi chi scrive "Come possiamo adottare un modello che viene dai paesi del nord? Al nord è tutto molto diverso..."
Inserimento più flessibile
Altre educatrici testimoniano di aver adottato il “sistema” in
modo flessibile: tre giorni full time, genitore-bambino, e poi un
graduale l’allontanamento. “Noi suggeriamo ai genitori di
chiedere, almeno per due settimane, di lavoro part-time”
Il nido cambia
Un tempo era l’educatore che andava nelle case dei bambini, come
testimonia, l’educatrice di Bologna Lucia Landuzzi “Ho
scarpinato per mezza città, per visitare le case dei bambini, perché
un tempo si faceva così. Noi educatrici prima che i bambini fossero
accolti al nido, giravamo, di casa in casa, per conoscere la
famiglia.” (leggi
qui) Così gli educatori potevano vedevano e valutare
tante cose, compresa l’igiene e la salute in cui vivevano i
bambini. Le esigenze, da allora, sono molto cambiate e così le
pratiche del nido che si sono modificate e continuano a modificarsi.